Porto Sicuro è lo sportello di accoglienza e supporto dedicato alle persone LGBTQIA+ che subiscono discriminazioni e violenza per l'orientamento sessuale e l'identità di genere.
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Porto Sicuro è un progetto di: Arcigay Torino Ottavio Mai.
Con la collaborazione di: Città Metropolitana di Torino, Maurice GLBTQ, Associazione Almaterra, AGEDO Torino.
Sostenuto da: UNAR.
Il progetto ha ricevuto un finanziamento dal PON Inclusione FSE 2014 - 2020.
Cosa significa e cosa comporterebbe per i genitori e i bambini?
Un articolo esauriente lo trovi qui:
https://www.gaypost.it/gestazione-altri-reato-universale-camera?fbclid=IwAR3V5-KvRn874-gctEV94is9QpHh-rX5IKxyVGMPBJwHu_82rU-Q9Z_azF4
L'intenso intervento di Marco Alessandro Giusta coordinatore del Coordinamento Torino Pride.
Grazie a tutte e tutti e tutti di essere qui oggi, a stringere in un forte abbraccio le nostre famiglie.
Grazie perchè in questo momento è fondamentale far sentire l'appoggio e la vicinanza della comunità LGBTQIA+ tutta e di tutte le persone e movimenti alleat*, a quella parte fondamentale che in questo momento è sotto attacco e vittima di pregiudizi e disinformazione.
Noi siamo Famiglie Arcobaleno, noi siamo RGR, noi siamo famiglia.
Per questo stasera siamo scese in piazza, chiedendo ancora una volta l'uguaglianza formale e sostanziale, pieni diritti, il matrimonio egualitario, il riconoscimento alla nascita per i figli e le figlie delle coppie dello stesso sesso, l'accesso alle adozioni per le persone singole e dello stesso sesso, l'accesso alla procreazione medicalmente assistita per donne single e coppie di donne.
Non vogliamo parlare di coraggio, non è più il tempo di essere coraggios*. Quello era anni fa, era nel 2005 quando venne approvato il matrimonio egualitario in Spagna, nel 2011 quando in Slovenia si approvò la stepchild adoption, nel 2021 quando in Svizzera si approvò la legge sul consenso informato per le persone trans, nel 2015 quando in Australia si normò la gestazione per altri in forma gratuita. No, non è più il momento di essere coraggios*, è il momento di assumersi le proprie responsabilità.
A tutta la comunità chiediamo "non lasciamo sole le parti più marginalizzate e sotto assedio": le nostre famiglie, le persone trans, le persone piccole. Siamo tutte e tutti parte di una comunità, e di questa comunità ci dobbiamo assumere la responsabilità della cura.
Alle persone alleate chiediamo di metterci la faccia, non aver paura nel difendere quello in cui credono, di prendere la parola e alzare la voce. Non è coraggio, non solo, ma è responsabilità nel contribuire a creare una società migliore.
Alle persone che sono state elette in parlamento chiediamo di approvare quanto prima la proposta di legge che arriva da FA e Rete Lenford nella formula più avanzata possibile, sapendo che in Italia la maggioranza del paese è a favore del matrimonio equalitario. Non è coraggio, è responsabilità.
Alle sindache e ai sindaci, di tutta Italia e soprattutto a quelle e quelli che si ritroveranno qui il 12 maggio, e al nostro sindaco, chiediamo di riprendere o iniziare le iscrizioni e trascrizioni degli atti di nascita dei nostri figli e delle nostre figlie. Sappiamo non essere la soluzione definitiva e certa, ma una transitoria verso una legge nazionale vista l’assenza normativa in merito. Non è coraggio, è responsabilità.
Al governo nazionale, per il quale avevamo basse aspettative ma ziocane, da questa piazza mandiamo un messaggio di dignità e orgoglio: giù le mani dalle nostre figlie e figli!
Ok a un emendamento contro le parole di 'alcuni influenti leader politici e governi nell'Ue'
L''Europarlamento "esprime preoccupazione per gli attuali movimenti retorici anti-diritti, anti-gender e anti-Lgbtq a livello globale, alimentati da alcuni leader politici e religiosi in tutto il mondo, anche nell'Ue; ritiene che tali movimenti ostacolino notevolmente gli sforzi volti a conseguire la depenalizzazione universale dell'omosessualità e dell'identità transgender, in quanto legittimano la retorica secondo cui le persone Lgbtiq sono un'ideologia anziché esseri umani; condanna fermamente la diffusione di tale retorica da parte di alcuni influenti leader politici e governi nell'Ue, come nel caso di Ungheria, Polonia e Italia.
Redazione ANSA
20 aprile 2023 15:50
La galassia di vite, esperienze e respiri LGBTQIA+ è più che mai sotto attacco, i nostri diritti vengono negati e calpestati, le nostre esistenze vengono messe in discussione, i nostri sogni vengono decapitati prima di nascere.
Portiamo i segni visibili di questa violenza sui nostri corpi e sulle nostre vite, una violenza che non è soltanto fisica o verbale ma anche istituzionale. Li portiamo su ogni figliǝ con unǝ genitorǝ non riconosciutǝ, su ogni persona trans* che subisce transfobia istituzionale, su ogni vittima dell’omo-lesbo-bi-trans-a-fobia, su ogni richiedente asilo che vede la sua richiesta rifiutata.
Questa violenza la vediamo, simile eppur differente, nel razzismo sitemico che garantisce i privilegi a chi ha la pelle bianca, nella violenza maschile e di genere che discende dal maschilismo e dal patriarcato, nell'abilismo diffuso che non prevede le disabilità e le neurodivergenze, nella grassofobia che addossa alle persone grasse colpe insistenti.
Ci siamo rott3 i tacchi di tutto questo, li abbiamo consumati lotta dopo lotta eppur non ci fermiamo qui. Non ci rassegniamo a un inverno di diritti dal sapore fascista che vuole eliminare ogni esistenza scomoda e non conforme, e che tenta in ogni modo di zittire e opprimere ogni forma di resistenza.
Torniamo anche questa volta in strada a inondare la città con i nostri corpi e le nostre identità queer, lesbiche, bisessuali, trans e transgender, gay, aromantiche, asessuali, intersex, non binary e tutte le altre. Saremo più arriabbiatɜ che mai e con i nostri lividi ben in vista, ancora in piedi e coi tacchi rotti in mano. Levatevi dai piedi, oscuri fantasmi del passato, noi siamo il presente.
"We were never meant to survive". But, we are still here.
Il Torino Pride sarà il 17 giugno 2023 e ci avvicineremo a quella data con molti eventi di avvicinamento sparsi in tutta la città. Visita il nostro sito www.torinopride.it e i nostri social dove pubblicheremo di volta in volta tutte le info su questi eventi e sullo svolgimento del Pride.
L'Aia, 30 marzo 2023
L' Associazione Psichiatrica Olandese (NVvP) giovedì si è rivolta alla comunità LGBTIQ+ porgendo ufficialmente le proprie scuse ed esprimendo rammarico per le "sofferenze" inflitte in passato dalla loro categoria professionale a causa della "convinzione dell'epoca" che i gruppi minoritari di genere ( identità trans*) e sessuali ( soggettività non etero) fossero "persone malate e come tali dovevano essere curate".
Parlando a nome della categoria, il presidente dell’Associazione Psichiatrica Olandese, Niels Mulder, ha riconosciuto che le terapie riparative, i tentativi cioè di "cambiare profondamente le identità trans e le persone non eterosessuali, hanno causato molte sofferenze e gravi danni psicologici a tutte queste persone."
Ribadendo inoltre "con forza" che le diversità di genere e sessuali sono l’espressione di "variazioni naturali e che non esprimono una patologia".
Ponendo inoltre l’attenzione sulla necessità che lɜ psichiatrɜ riconoscano che il minority stress e il disagio sono conseguenza della mancata accettazione sociale, delle continue situazioni di discriminazione e violenza che deteriorano fortemente la salute psicofisica della popolazione LGBTIQ+.
Occorre pertanto che le persone professioniste facciano il possibile, per "ridurre lo stigma e la discriminazione" nella società.
Con questa ammissione di rammarico, l'Ass. di Psichiatria Olandese riconosce pubblicamente e attivamente la sofferenza che ha inflitto alla comunità LGBTIQ+ e si assume la responsabilità di un'assistenza sensibile e attenta nel presente e nel futuro.
Cosa si prova ad essere genitori di una figlia o di un figlio omosessuale, bisessuale o transgender? Dietro ogni coming out c'è sempre una famiglia coinvolta in questa scoperta, che reagisce in modo diverso. Come ritrovare l'equilibrio quando sembra che a volte l'amore non basti? Come cambiare prospettiva? Siamo stati ospiti di due famiglie dell'Agedo (associazione genitori, parenti, amiche e amici di persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender), che ci hanno raccontato le loro difficoltà più grandi e come le hanno superate. Ad accompagnarci Pier Luigi Gallucci, psicologo psicoterapeuta e autore insieme all'Agedo di Torino del libro "Come l'aria, in un abbraccio. Storie di genitori con figli e figlie lesbiche, gay, bisessuali, trans e queer" (Graphe.it Edizioni). L'associazione nazionale, fondata da Paola Dell'Orto, ha appena compiuto 30 anni di attività.
Intervista sul settimanale Grazia – 06/03/2023
Nell’intervista rilasciata al settimanale Grazia in occasione dell’8 marzo, la premier Giorgia Meloni interviene sulle questioni legate alla condizione femminile e aggiunge, in linea con il programma elettorale dei partiti di governo, alcune affermazioni sulle persone transgender e sulla genitorialità omosessuale che troviamo profondamente scorrette.
“...I bambini hanno diritto ad avere il massimo: una mamma e un papà…”.
Oltre 30 anni di studi scientifici e riflessioni dalla parte dei bimbi e delle bimbe hanno dimostrato in modo inequivocabile che non c'è differenza se chi accudisce è una coppia omosessuale o eterosessuale, oppure un single: il tema è sempre la qualità del rapporto. Vediamo del resto costantemente quanti figli abbiano grandi difficoltà pur crescendo in coppie eterosessuali.
La risposta rievoca inoltre ruoli e a modelli comportamentali diversi che dovrebbero arrivare da mamma e da papà, ruoli che in questa società dovrebbero essere largamente superati ma evidentemente non è così. Di fatto questa affermazione getta un ingiusto discredito su tutte le famiglie considerate “non tradizionali”.
“… Non credo che commercializzare il corpo femminile e trasformare la maternità in un business possano essere considerate delle conquiste di civiltà. L’utero in affitto è la schiavitù del 3° millennio e non mi rassegnerò mai che possa essere l’esito di secoli di lotte per i diriF delle donne. …”
La GPA o maternità surrogata è una tecnica applicata da oltre 30 anni e per il 95% riguarda coppie eterosessuali sterili e solo un numero modesto di casi di coppie same sex. Eppure ne se parla a sproposito quando si tratta dei diritti delle persone omosessuali, rivelando come il problema vero sia la genitorialità omosessuale non quello dei diritti delle donne. Meraviglia l’espressione fortemente dispregiativa “utero in affitto” usata nei confronti di donne, proprio da parte di chi dice di volerle tutelare.
Ci sono paesi, tra cui alcuni Stati degli USA, il Canada, il Regno Unito, l’Ucraina, la Russia e l’India, dove questa tecnica è regolamentata in modo preciso ed è perfettamente legale e dove a chi porta avanti una maternità surrogata viene riconosciuto in genere un rimborso spese. Si tratta sempre di sfruttamento bieco? A sentire molte testimonianze in moltissimi casi si tratta di situazioni altruistiche su cui non si dovrebbe sindacare.
L’attenzione allo sfruttamento delle donne si dovrebbe piuttosto concentrare sul fatto che in larghissime aree del mondo le donne sono vessate, costrette a matrimoni da bambine, infibulate e non ultimo sfruttate economicamente per produrre beni per il mondo occidentale con paghe miserrime ed in condizioni ambientali pessime che producono innumerevoli vittime.