IL DDL ZAN viene definitivamente cancellato al Senato.
Oggi è un brutto giorno ma non è la fine del mondo. Siamo stati uniti nel sostenere questa battaglia. Ricordo che tutti abbiamo sostenuto il NO ad accordi al ribasso e che meglio niente di una brutta legge. Spero che il movimento LGBT+ non si divida nuovamente e serri le fila. Proviamo a prendere l'iniziativa non solo subirla. Io vorrei ringraziare Zan, Maiorino e Cirinnà e tutti coloro che di sono battuti. Avanti.
Il disegno di legge avrebbe contrastato i crimini d’odio motivati da questioni legate all’orientamento sessuale, l’identità di genere, la misoginia e l’abilismo.
Sono fuori dalla protezione da parte dello Stato, dunque, anche le persone disabili e le donne.
La conferenza dei capigruppo del Senato ha calendarizzato la ripresa della discussione della legge contro l'omotransfobia per il 27 ottobre.
Carissim*,ci sono grandi novità delle ultime ore riguardo il nostro Pride.
Ieri mattina Alessandro Battaglia e Margherita Jannon, essendo stati convocati, si sono recati ad un incontro con il Questore di Torino, il quale ha comunicato che il Ministero dell'Interno, con una circolare chiarificatrice, ha stabilito che in zona bianca possono svolgersi manifestazioni dinamiche.
Questa importante novità ha nuovamente mescolato le carte nella organizzazione del nostro PRIDE che ritorna ad essere una GRANDE PARATA IN MOVIMENTO.
Dati i tempi strettissimi, non riusciamo a riproporre la prima data del 18, ma trasformeremo la manifestazione del 25 settembre nel tradizionale Torino Pride che seguirà il consueto percorso con partenza alle 16,00 da corso Principe Eugenio, proseguire in corso San Martino, piazza 18 dicembre, via Cernaia, via Pietro Micca, piazza Castello, via Po per concludersi in piazza Vittorio Veneto dove sarà installato un palco.
Prepariamoci, quindi, a dar vita ad un GRANDE PRIDE, la Marcia dei Diritti per tutte, tutti e tuttu.
Prepariamoci a colorare le strade di Torino con i colori dell'Arcobaleno LGBTQIA+,
La nostra Città, il nostro Paese, sta attraversando momenti difficili e noi dobbiamo continuare a chiedere con forza, con la nostra presenza nelle strade, una società più equa, non discriminante e accogliente.
Noi stiamo correndo come non mai per rendere tutto ciò possibile. Confidiamo, come sempre, sul vostro aiuto per fare di questo Pride un evento indimenticabile!
Angela Mazzoccoli
per la Segreteria del Coordinamento Torino Pride
Coordinamento Torino Pride GLBT
Via Bernardino Lanino 3A | 10152 Torino
Il Consiglio Comunale di Alessandria è pro o contro i diritti? Non c’è tempo per le indecisioni!
Apprendiamo dai media che nella giornata di ieri è stato approvato in Consiglio Comunale un ordine del giorno che invita il Sindaco e la Giunta di Alessandria a sollecitare il legislatore a procedere con i punti previsti dal Disegno di Legge contro l’omolesbobitransfobia, la misoginia e l’abilismo, noto come DDL Zan.
L’ordine del giorno, proposto da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Lista Rossa con l’appoggio di Articolo Uno e Possibile, è stato però emendato da parte della maggioranza con una aggiunta da parte della Lega che solleva non pochi dubbi. L’emendamento, a firma del Consigliere Danilo Autano, riporta affermazioni che non trovano riscontro nel testo del DDL Zan e agita spauracchi che una semplice lettura del testo del Disegno di Legge renderebbe nulli.
Da Rete Lenford
"L’identità di genere e la valorizzazione della fluidità delle appartenenze: parla la Cassazione.
Mentre la finta e inaccettabile proposta di mediazione sul DDL Zan vuole cancellare dal testo normativo l’identità di genere, la Corte di Cassazione pubblica una importante sentenza (la n. 30545 depositata l’altro ieri, Cons. rel. Dott.ssa Catena): oltre a ribadire la necessità di una legge penale contro i crimini e i discorsi d’odio, la Corte mette nero su bianco alcuni concetti molto rilevanti, che spazzano via montagne di fake news costruite ad arte in questi mesi.
Ecco le parole, nette e inequivoche, della Cassazione, con buona pace di finti “pontieri” e indegne rappresentanze politiche:
“l'identità di genere, ossia la percezione che ciascuna persona ha di sé come uomo o donna, il che non necessariamente corrisponde con il sesso attribuito alla nascita; il genere, quindi, indica qualunque manifestazione esteriore di una persona, che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse all'essere uomo o donna.
Tale espressione si rinviene per la prima volta - in riferimento ad un testo normativo - nella Direttiva 2011/95 UE, sull'attribuzione della qualifica di rifugiato, recepita nel D.Lgs. 21 febbraio 2014, n. 18, che fa espressamente riferimento al concetto di identità di genere, nella trattazione degli aspetti che possono costituire motivi di persecuzione; essa e', inoltre, contenuta anche nella Direttiva 2012/29 UE, recepita dall'Italia con D.Lgs. 15 dicembre 2015, n. 212 - che prevede l'obbligo per gli Stati di proteggere le persone che subiscono violenza in quanto appartenenti ad un genere, oppure a causa della propria identità di genere, oppure a causa di motivi o finalità di odio o discriminazione fondati sul genere, identità o espressione di genere -, nonché nella Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul).
La giurisprudenza della Corte Costituzionale, a sua volta, con la sentenza n. 221/2015, ha riconosciuto il diritto all'identità di genere quale "elemento costitutivo del diritto all'identità personale, rientrante a pieno titolo nell'ambito dei diritti fondamentali della persona", principio poi ribadito nella sentenza n. 180/2017, secondo cui va affermato come "l'aspirazione del singolo alla corrispondenza del sesso attribuitogli nei registri anagrafici, al momento della nascita, con quello soggettivamente percepito e vissuto costituisca senz'altro espressione del diritto al riconoscimento dell'identità di genere".
L'identità di genere, quindi, valorizza la fluidità delle appartenenze, attribuendo importanza allo spazio di autodeterminazione individuale in una prospettiva di rifiuto degli stereotipi e, quindi, di coesistenza con il concetto di "sesso", che, invece, mette in risalto la dimensione biologica”."
Buonasera a tutte e tutti,
sono Alessandra, una mamma Agedo di una meravigliosa ragazza lesbica e di un meraviglioso ragazzo transgender . Sono molto orgogliosa dei miei figli e del loro grande coraggio. Sì perchè nel nostro Paese le persone Lgbt devono affrontare quotidianamente discriminazioni, giudizi non richiesti se non addirittura violenze fisiche. Non hanno scelto loro di essere così ma SONO e benchè qualcuno si ostini a parlare di SCELTE, essere gay, transgender , eterosessuali, bisessuali, o asessuali non è una scelta : si nasce.
Nonostante i grandi passi avanti fatti negli ultimi decenni la nostra è una società omobitransfobica , basta vedere il moltiplicarsi di aggressioni di questi ultimi mesi. E' una società omobitransfobica perchè non è in grado di guardare alla BELLEZZA delle persone ma solo alla loro conformità, a ciò che ci si aspetta da loro: se non si è conformi si è deviati, disordinati. E utilizzo questi termini, non a caso: perchè è proprio così che vengono definiti i nostri figli.
Ed è per questo che abbiamo bisogno del DDL Zan così come è stato approvato alla camera, senza modifica alcuna, una legge che attendiamo da 25 anni, una legge che non toglie nulla a nessuno ma che riconosce dei diritti fondamentali a chi non li ha : essere se stessi senza paura di essere aggrediti o discriminati. Ad Agedo ci sono genitori i cui figli hanno deciso di andare a vivere all'estero perchè qui in Italia non si sentivano sicuri, genitori che hanno dovuto cancellare alle fermate dei pulmann le scritte violente rivolte alla propria figlia, genitori che si sono sentiti dire dai propri ragazzi : questa non è vita, così non posso andare avanti genitori che hanno dovuto rivolgersi alle forze dell'ordine per proteggere i propri figli dalle minacce ricevute.
Quando parliamo di Ddl Zan parliamo di questo non di "massimi sistemi" ma di carne e di sangue di persone che vengono minacciate per il solo fatto di esistere. E voler cancellare l'identità di genere dal testo della legge significa NEGARE COSCIENTEMENTE il diritto di esistere alle persone Trans. Negare l'identità di genere , il cui concetto è presente da decenni nella letteratura scientifica , significa cari Senatori e care Senatrici che siete CONNIVENTI nei crimini d'odio verso queste persone.
E declassare la giornata del 17/5 che commemora il giorno in cui l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha cancellato l'omosessualità dall'elenco delle malattie mentali a una più generica Giornata Nazionale contro la discriminazione dicendo e qui cito testualmente:"al fine di promuovere la cultura al rispetto POSSONO essere intraprese iniziative volte a contrastare le discriminazioni motivate dal sesso, dal genere , dall'orientamento sessuale o dalla disabilità..." ecco questo significa che non volete queste iniziative perchè se volete davvero promuovere il rispetto non date la possibilità di non intraprendere iniziativa alcuna. O sei per il rispetto o non lo sei .
L'omobitransfobia si combatte soprattutto promuovendo una cultura di educazione al rispetto e senza escludere i soggetti più esposti : le persone transgender. L'omobitransfobia si combatte spiegando che non c'è nulla di male ad essere gay, trans, bisessuali . Perchè si è, si nasce così nessuno lo sceglie: il MALE è solo nelle persone che VOGLIONO vederci il male.
Perciò noi VOGLIAMO il DDL Zan così come approvato alla camera senza modifiche perchè significa PROTEZIONE per i nostri figli da coloro che vogliono il loro male.
I nostri ragazzi non sono cittadini di serie B e devono essere tutelati e noi genitori non vogliamo più avere paura per loro.
I nostri ragazzi e le nostre ragazze ESISTONO, ed è tempo che ve ne facciate una ragione.
Grazie a tutte e tutti
Il Coordinamento Torino Pride Pare apprende con viva preoccupazione due notizie. Quella che vedrebbe il Governo italiano promotore dell’ingresso del Vaticano come membro permanente presso Organizzazione Mondiale della Sanità. E l’annuncio da parte della Santa Sede, dopo la nota della presidenza della CEI a fine aprile scorso, della propria contrarietà al DDL Zan, in discussione al Senato della Repubblica, contro l’omolesbobitransfobia, la misoginia e l’abilismo perché non compatibile con il Concordato che l’Italia ha stipulato con la stessa Santa Sede molti anni orsono.
“Le due notizie sono entrambe di una gravità estrema. La prima perché potrebbe minare la laicità di organismo che proprio nel suo essere sovranazionale deve dare indicazioni, pareri e sostenere la salute di tutti e tutte le cittadine del Mondo comprese le persone trans e in generale le donne che ancora oggi sono vittime di molte “aggressioni” legislative, fisiche e psicologiche. La seconda perché il Vaticano, che non è uno stato democratico, si inserisce nella discussione democratica di un Paese che tra i suoi fondamenti ha la laicità e che si è, fortunatamente, liberato dal giogo del potere temporale del Papa da moltissimi anni.
Al netto della libertà di espressione, tutelata dalla nostra Costituzione, ci chiediamo se mai potesse venire in mente al Presidente francese di insinuarsi nella discussione di un libero Parlamento chiedendo di modificare un Disegno di Legge già approvato in un Ramo dello stesso.
Riteniamo indispensabile da tempo una rivalutazione del Concordato ma in questa circostanza sarebbe sufficiente che il Vaticano non si occupasse di cose che non gli competono e che il Governo Italiano si astenesse da improvvide ingerenze internazionali. Chiediamo l’approvazione della legge nel testo già approvato alla Camera e Rivendichiamo una decisione parlamentare laicamente assunta” dichiara Alessandro Battaglia a nome del Coordinamento Torino Pride.
Coordinamento Torino Pride GLBT www.torinopride.it
Ufficio Stampa: con.testi + 39 011 5096036 +39 347 7726482 –
"ALLARMATI DALLA LORO APERTURA ALLE DESTRE"
Roma, 27 maggio 2021
Questa mattina si è tenuto un incontro tra una delegazione di Arcigay, formata da segretario generale, Gabriele Piazzoni, e dal responsabile giuridico, Salvatore Simioli, e alcuni rappresentanti di Italia Viva, tra i quali i senatori Faraone e Cucca.
"Abbiamo ribadito con forza che la legge contro l'omotransfobia deve essere approvata così com'è, senza prestarsi a ulteriori mediazioni con interlocutori che evidentemente vogliono indebolirne l'impianto e svuotarla, annacquando perfino i contenuti della legge Mancino. Il problema dei numeri necessari per l'approvazione non verrà risolto di certo da una mediazione con la Lega. I senatori di Italia Viva, dal canto loro, ci hanno rappresentato la volontà di cercare questa mediazione, prospettiva che ci lascia fortemente allarmati": lo dichiara Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay.
Ufficio stampa Arcigay - Vincenzo Branà (338.1350946)
Riportiamo integralmente il testo di Stefano Ponti,
Avvocatura per i diritti LGBTI - Rete Lenford
Nelle ultime settimane il dibattito pubblico sul ddl Zan, finalmente calendarizzato in Commissione Giustizia al Senato, si è intensificato.
Alla crescente attenzione mediatica non sempre corrisponde, però, un adeguato sforzo di lettura e di comprensione del testo di legge. Con questo contributo proveremo dunque ad analizzare il disegno di legge Zan, articolo per articolo, esponendone l’oggettivo contenuto e affrontando, nel merito, alcune delle critiche più ricorrenti.
Cos’è il “ddl Zan”?
Il ddl Zan (dal nome del primo firmatario della proposta, il deputato Alessandro Zan) è un disegno di legge che intende introdurre misure di contrasto alle discriminazioni e alle violenze fondate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità della vittima.
Il testo di legge è il risultato dell’unificazione di più proposte di legge di iniziativa parlamentare presentate da deputate e deputati di diversi gruppi politici (C. 107 Boldrini, C. 569 Zan, C. 868 Scalfarotto, C. 2171 Perantoni e C. 2255 Bartolozzi). Dopo una non semplice opera di mediazione politica in Commissione Giustizia, la proposta di legge unificata è stata approvata in prima lettura alla Camera dei Deputati il 4 novembre 2020 ed è poi approdata, sotto forma di disegno di legge, in Commissione Giustizia al Senato.
Non è la prima volta che il Parlamento italiano affronta il tema dell’omotransfobia. Diverse volte in passato si tentò, senza successo, di approvare una legge contro l’omotransfobia, con le proposte e i disegni di legge Vendola (1996), Grillini (2002 e 2006), Di Pietro (2009), Concia (2009 e 2011) e Scalfarotto (2013). Molti di questi progetti normativi caddero sotto la scure del voto parlamentare sulle pregiudiziali di costituzionalità, spesso utilizzate in modo strumentale da forze politiche ostili al riconoscimento di tutele per le persone LGBTI+.
Sono dunque in molti a chiedersi se i tempi siano finalmente maturi per l’approvazione di questa legge, che rispetto al passato presenta la novità di una tutela estesa anche al sesso, al genere e – grazie all’approvazione dell’emendamento Noja – alla disabilità.
Cosa prevede il ddl Zan?
Il ddl Zan è costituito da un testo molto breve, composto di soli dieci articoli e idealmente scomponibile in due parti.
La prima parte (artt. 1 – 6) è dedicata alle disposizioni di natura penale-repressiva, con cui si intende colmare la lacuna legis attualmente esistente nella disciplina italiana contro i crimini d’odio, mediante l’estensione di una tutela penale rafforzata (attualmente riferita alle sole discriminazioni per razza, etnia, nazionalità e religione) anche ai profili identitari del sesso, del genere, dell’orientamento sessuale, dell’identità di genere e della disabilità.
La seconda parte (artt. 7 – 10) contiene invece disposizioni di natura propositiva, finalizzate a perseguire il fine della prevenzione dei fenomeni di violenza e discriminazione mediante azioni istituzionali, interventi educativi e attività di promozione sociale e culturale.
A cura dell'Associazione Luca Coscioni
Con “Gravidanza per altri”, “Maternità surrogata” e “Surrogazione di maternità” si intende un percorso di fecondazione assistita nel quale una donna porta avanti una gravidanza per un’altra persona o per una coppia.
Nei Paesi in cui tale pratica è consentita legalmente, la donna che porta avanti la gravidanza per altri – la “gestante” – non è giuridicamente considerata genitrice dei bambini nati. La legge, infatti, considera genitori a tutti gli effetti i genitori “intenzionali”, vale a dire coloro che hanno fatto ricorso alla gravidanza per altri.
In Italia, la Gravidanza per altri commerciale è vietata dalla Legge 40/2004 che, all’articolo 12, comma 6, recita:
Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro.
Cosa facciamo
L’Associazione Luca Coscioni ritiene che questo divieto sia contestabile sia dal punto di vista giuridico sia da quello etico. È riscontrabile, infatti, una violazione dei diritti costituzionalmente riconosciuti alla salute, all’uguaglianza e alla famiglia. In più la legge 40/2004 non spiega esattamente cosa s’intenda per “surrogazione di maternità” né specifica se tale pratica sia vietata tout court o solo per la parte della commercializzazione. Le nuove innovazioni scientificamente e socialmente lecite propongono situazioni nuove che scindono la sessualità dalla procreazione.
Per i nascituri, le gestanti e le coppie che decidono di ricorrere a questo percorso è necessario garantire un quadro che definisca i limiti entro cui la gravidanza solidale sia lecita. Insieme ad altre associazioni, l’Associazione Luca Coscioni ha promosso una proposta di legge con un lavoro e un continuo confronto pubblico, iniziato nel 2015. Nel 2019 è stata presentata un’ultima versione della legge che propone al Parlamento la Gravidanza solidale per Altri. I suggerimenti ricevuti in sede di presentazione sono stati attentamente presi in considerazione anche ai fini della revisione della proposta.
Per rafforzare l’urgenza di una normativa in quest’ambito, l’Associazione Luca Coscioni ha promosso anche un appello ai parlamentari per una legge sulla Gravidanza solidale per altri.