Grazia e Gianni, attivisti di Agedo Torino, hanno partecipato alla trasmissione “Vieni da me”, portando la testimonianza della loro esperienza a fianco della figlia Giulia nel suo percorso di transizione.
Il loro impegno pubblico e’ d’incoraggiamento per i tanti genitori che si trovano ad affrontare la medesima esperienza.
Per guardare il video cliccare sulla freccia nella foto in alto a sinistra, poi aspettare la fine dei due annunci commerciali:
La denuncia di una quindicenne
Presa a pugni all'uscita dalla stazione. Arcigay: "Casi sempre più frequenti"
L'articolo completo su:
https://torino.repubblica.it/cronaca/2019/11/04/news/_io_aggredita_perche_lesbica_la_denuncia_di_una_quindicenne_a_torino-240222603/
Giovedì 24/11/2019 è prevista la calendarizzazione alla Commissione Giustizia della Camera della proposta di legge recante "Modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere".
Il Governo propone una legge nazionale che estenda la Legge Reale-Mancino anche ai crimini d'odio commessi in relazione all'identità di genere o all'orientamento sessuale della vittima. Il relatore sarà Alessandro Zan del Pd.
E'un'ottima notizia, per un Paese che vuole essere sempre più giusto, civile e solidale.
Settembre 2019
“E questi schifosi continuano imperterriti. Ammazzateli tutti ste lesbiche, gay e pedofili".
Recitava così il post pubblicato su Facebook lo scorso luglio da Giuseppe Cannata, consigliere comunale di Vercelli. Il post del consigliere comunale era arrivato anche alla Procura di Vercelli, che aveva aperto un fascicolo per istigazione a delinquere aggravata dall'uso di strumenti informatici e telematici.
Dopo le sue mancate dimissioni, Lorenzina Opezzo, mamma sessantottenne di un figlio omosessuale, ha deciso di scrivergli una lettera aperta:
Egregio dottor Cannata,
premetto che non sono alla ricerca di visibilità né penso di candidarmi in futuro. Ciò per sgombrare il campo da eventuali illazioni o pensieri molesti o che potrebbero diventare tali. Ho ascoltato il Suo intervento in Consiglio Comunale con un misto di incredulità, imbarazzo per Lei e, se mi permette, di tenerezza per il tentativo messo in atto di argomentare fatti tanto distanti tra loro da non permettere collegamenti se non artificiosi. Su Bibbiano e dintorni sono piene le pagine di giornali e non intendo soffermarmi; penso invece alla Sua dichiarazione sul fatto che si batterà a favore della famiglia “tradizionale” che mette bene in evidenza la Sua considerazione verso un grande numero di cittadini che non sono eterosessuali, se ci fosse bisogno di ulteriori esplicitazioni aggiuntive ai suoi chiarissimi post. Non uno, più di uno, con scritte vergognose. Lei è naturalmente libero di fare del Suo tempo ciò che vuole, esprimendo il Suo disprezzo pubblicamente ma non può pensare che, proprio per essere pubblico, non raccolga dissenso e disprezzo a sua volta, quella che Lei ha definito gogna mediatica. E’ anche libero di battersi per chi vuole ma non è libero di insultare. “Merde, feccia” si può scrivere sul proprio diario personale o dire tra quattro amici al bar; non in un luogo pubblico in cui vivono gay e lesbiche ed i loro genitori. Questi ultimi, madri e padri di coloro che Lei definisce merde, tra l’altro, appartengono perlopiù a famiglie tradizionali, per usare il termine che Lei predilige. Ecco, noi genitori di queste “merde” abbiamo vite normali con i nostri ragazzi. Alti e bassi, feste di famiglia, problemi, insomma tutto ciò che appartiene a tutti. Con la differenza che i nostri ragazzi (e di riflesso anche noi) hanno spesso avuto esperienze difficili, a volte dolorose, a volte molto dolorose. A sentirsi definire "merde" a molti, dopo aver sopportato sguardi ammiccanti, parole pesanti, essere stati tollerati, non interessa un bel nulla; ad altri, invece, aumenta le difficoltà che spesso hanno e preferiscono tacere, nascondersi. Alcuni, non così di rado, nel sentirsi messi alla gogna (anche loro!) e considerati fallati da gente come Lei, non hanno strumenti e capacità per reagire e spesso scelgono un’altra soluzione. Le lascio immaginare quale. Forse nella sua carriera di medico non ha mai dovuto constatare la morte di chi ha preferito togliersi la vita piuttosto che dare un dispiacere a qualcuno. Le parole non sono mai leggere neanche quando si è tra amici, sono gravissime se pronunciate da chi ricopre cariche pubbliche o aspira a ricoprirle. Stupisce che Lei non capisca.
Egregio dottore, ha fatto male a non dimettersi. Legalmente può fare ciò che vuole, ne ha diritto, ma non avere la consapevolezza che non si è graditi neppure, a quanto pare, all’interno della propria maggioranza e, soprattutto, che certe affermazioni in un ruolo pubblico sono gravissime, è davvero singolare. Per quanto riguarda me/noi la vita non subirà scossoni per ciò che Lei scrive e, soprattutto, mi è difficile considerarLa un nemico. Sarebbe eccessivo; la vita è molte volte complicata per mille motivi tanto che tengo a salvaguardare quel che resta del giorno e, soprattutto, non mi appartengono odio e rancore ma sono pronta però a battermi anch’io per ciò in cui credo. Vuol dire che La penserò come un signore che, con l’età che ha (non si offenda, siamo vicini anagraficamente), ha ancora voglia di dividere il mondo in buoni e cattivi in base al sesso ed alla provenienza (mi pare che abbia anche detto che ci difenderà dalle invasioni) senza conoscere le persone. A me, docente in pensione, continuano ad interessare l’umanità e l’animo umano e sono fondamentalmente intransigente. La mia intransigenza deriva però dalla capacità di ascoltare e dialogare, capendo le ragioni degli altri perché l’esperienza umana è varia e complessa e la nostra cultura, la nostra arte, scienza servono ad accrescere le vite degli uomini, ad alimentarne l’animo. Non varrebbero nulla se non riuscissimo a far con esse del bene agli altri uomini. Sventolare il Vangelo non ci rende migliori. Don Gallo diceva che da secoli un’idea di natura uguale per tutti, immutabile nel tempo e nello spazio, non si trova più se non nei testi ufficiali cattolici. Ed aggiungeva che “la nostra libertà non si aggiunge semplicemente a quella altrui ma ne è parte integrante e costitutiva, poiché la libertà procede sempre da chi ne è stato storicamente escluso”. Ciò per dire che la penserei così anche se non fossi coinvolta personalmente. Certi principi sono irrinunciabili perché, se nella nostra famiglia non ci siamo mai sentiti cittadini di serie b, essi valgono per tutti, anche per coloro che non hanno la forza per farsi sentire.
Con questi pensieri Le auguro di vivere più serenamente la Sua età e di confrontarsi spesso con gli altri perché l’umanità di persone diverse da Lei non potrà che arricchirLa. E’ ancora in tempo.
Lorenzina Opezzo
ll tribunale: «Le false accuse non interessano alla gente»
di Enzo Beretta
«E evidente – scrive il giudice di Perugia che ha condannato il senatore della Lega Simone Pillon per aver diffamato Omphalos a 1.500 euro di multa e al pagamento di una provvisionale di 30 mila euro, già versata – che negli interventi oggetto dei video egli abbia offerto una descrizione dei fatti occorsi nel corso dell’assemblea differente da ciò che è realmente accaduto». I fatti sono legati ad alcuni interventi ad Assisi, Ascoli Piceno e San Marino ai quali Pillon, tra il 2014 e il 2015, ha partecipato in qualità di rappresentante del Forum delle famiglie: in quelle circostanze – è stato stabilito da un tribunale – ha diffamato Omphalos che nei mesi precedenti aveva intrattenuto gli studenti delle terze classi del liceo Alessi di Perugia nel corso di un’assemblea. Secondo il giudice Matteo Cavedoni «le frasi pronunciate da Pillon e in particolare l’asserzione per cui il tema della lotta all’omofobia nelle scuole sia in realtà un mero pretesto per invitare i giovani a praticare l’omosessualità sortiscono il negativo effetto di delegittimare e squalificare in toto quelle che invece sono necessarie iniziative educative volte al rispetto delle differenze, alla prevenzione e al contrasto del fenomeno del bullismo omofobico».
L'interessante articolo completo su:
https://www.umbria24.it/cronaca/pillon-condannato-per-diffamazione
Dal 13 giugno 2019, ogni secondo mercoledì del mese, dalle 20:30 alle 22:30,
AGEDO sarà presente presso lo sportello comunale "Pari & Dispari" di Piazza Spadolini 5, NICHELINO.
Vieni a trovarci:
Sei un genitore e vivi male l’omo-bi-transessualità di tuo/a figlio/a, se pensi di aver bisogno di aiuto, di conforto da parte di chi ha vissuto la tua stessa esperienza.
Sei un/una figlio/a e vorresti poter parlare del tuo orientamento sessuale con la tua famiglia, ma non sai come fare o hai paura.
2/6/19
Un'altra bellissima giornata per l'affermazione dei diritti di tutti e di tutte e in risposta a quelle forze che sono nei fatti omofobe, misogine, razziste, xenofobe e predicano paura e odio. La risposta più bella sta nei sorrisi di tante persone che non si arrendono e fanno sì che quest'onda di colori, luce e amore si diffonda dal basso per raggiungere ogni uomo e donna di buona volontà. Arrivederci al prossimo PRIDE!?️?
Partenza intorno alle 16:30.
Il percorso della parata sarà il seguente:
Corso Principe Eugenio, via San Martino, piazza 18 Dicembre, via Cernaia, via Luigi Mercantini, via Giannone, piazza Solferino, via Santa Teresa, via XX Settembre, via Pietro Micca, piazza Castello, via Po, piazza Vittorio Veneto.
A Vercelli il suo primo Pride che apre la stagione.
In tantissimi abbiamo partecipato alla marcia per i diritti e per un mondo senza discriminazioni. Neanche la grandine e i fulmini hanno fermato il pacifico e colorato corteo. L'arcobaleno vince sempre.
Video dell' intervento di Angela Mazzoccoli al Pride di Vercelli (58MB):
Vorrei rispondere al direttivo e ai soci di Li.F.E. e alle signore Tiziana, Barbara e Graziella che descrivono la loro partecipazione alla “marcia pro famiglia “ di domenica 30 a Verona come una bellissima festa per testimoniare la bellezza della famiglia, il suo valore per la formazione della persona e per il bene della società e come dal Congresso siano arrivati spunti per la politica che deve riprendere e attuare politiche a favore della famiglia.
Bene: ecco i primi provvedimenti: sulle Carte di Identità dei minori tornano le diciture “madre e padre” invece che “genitore” e il contributo baby sitter o asilo nido non è stato prorogato per il 2019.
Il direttivo di LI.F.E. dichiara che il Congresso e la marcia non volevano essere “contro“ nessuno, ma è sufficiente usare la parola “famiglia“ al singolare invece che “famiglie“ per essere escludenti di moltissime realtà famigliari non riconducibili all’idea di famiglia naturale che questi signori ritengono l’unica forma accettabile: quella composta da un uomo e una donna regolarmente sposati e genitori di prole possibilmente avuta senza il ricorso di fecondazione medicalmente assistita.
Uno strano modo di non essere “contro” quello di distribuire feti di plastica come monito a quelle donne che hanno abortito! Come se abortire non fosse stato un dramma già abbastanza grande per quelle donne che ne hanno ricorso.
Uno strano modo di non essere “contro” quando si perseguitano politiche che ostacolano l’integrazione.
La loro bellissima festa è una danza macabra sulle vite delle persone che per mille motivi non sono riconducibili al loro modello!
Forse sarebbe il caso di riflettere che stiamo parlando di persone. Persone diverse, con caratteristiche diverse, pensieri diversi, esperienze e vissuti diversi, ma con in comune un unico grande bisogno: quello di amare ed essere felici. E amare ed essere felici non è solo un bisogno che rende tutti simili, ma è anche un diritto e un dovere che dovrebbe essere riconosciuto e rispettato da tutti.
Elena Broggi
Presidente Agedo Verbania
Associazione di genitori, parenti, amici di persone LGBT
Onorevole Sottosegretario Spadafora,
ci rivolgiamo a lei nella nostra qualità di componenti del tavolo sulle questioni LGBTQI da lei instaurato e nel suo ruolo di titolare delle pari opportunità all’interno del Governo che La esprime.
Abbiamo appreso con estremo stupore e preoccupazione della pubblicazione in G.U. del decreto ministeriale che, riportando indietro le lancette della storia, dà indicazioni affinché nelle carte d’identità dei minori sparisca l’inclusiva dicitura “genitori” prevista dalla legge e venga introdotta in modo subdolamente discriminatorio quella di “madre” e “padre”.
Discriminatoria perché, quali che siano gli orientamenti politici e legislativi per il futuro, le famiglie omogenitoriali già esistono ed esistono i figli e le figlie di quelle famiglie che, grazie alla giurisprudenza o all’azione degli uffici anagrafe dei Comuni più lungimiranti, sono oggi, anche per la legge, figli e figlie di entrambe le figure genitoriali.
Figure genitoriali che invece, al di là del genere di appartenenza, sarebbero oggi costrette a rientrare nella categoria inflessibile di “padre“ e “madre”, dando luogo a un’invisibilità, a uno stigma e a un marchio che ricordano periodi bui della storia.
L’attuale Governo non si dimostra un interlocutore affidabile perché al di là delle dichiarazioni non appare in grado di mettere in sicurezza i diritti delle persone LGBTQI, non ne migliora le condizioni di vita e anzi le peggiora.
Crediamo che, al di là della insostenibilità legale di un’impostazione odiosamente discriminatoria, come già confermava il parere del Garante della privacy, e dunque degli esiti dei ricorsi, sia essenziale un chiarimento politico del Governo di cui entrambi, Lei e il Ministro dell’Interno, con le rispettive forze politiche, siete espressione affinché questa pagina odiosa venga cancellata.
Ad oggi possiamo solo valutare i fatti.
AGEDO
ALFI Associazio ne Lesbica Femminista Italiana
Arc
Arcigay
Arcigay Antinoo Napoli
Arcigay Arcobaleno degli Iblei, Ragusa
Associazione di volontariato Libellula
Associazione Esedomani, Terni
Associazione LGBT Quore
Certi diritti
Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli
Di’Gay Project – DGP
EDGE Excellence & diversity by LGBT executives
Famiglie Arcobaleno
I Ken
IGLBC Italian GLBT Business Chamber
Polis Aperta,
Rain Arcigay Caserta
Rete genitori rainbow
Stonewall GLBT
Torino Pride
Ufficio Nuovi Diritti CGIL