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In Spagna, in vista del Natale, è entrato in vigore il nuovo codice di autoregolamentazione nella pubblicità dei giocattoli. Questo provvedimento nasce con l'intento di promuovere una libera espressione dei bambini, un'immagine plurale e priva di stereotipi e di ruoli legati al genere. L'accordo è stato siglato tra le aziende produttrici di giocattoli (Aefj), le agenzie pubblicitarie e il governo spagnolo, rappresentato dal ministro delle Imprese Alberto Garzón.
Chiediamoci perchè in Italia immagini come questa facciano così scalpore o paura, sovvertendo la norma, gli immaginari e tradendo il patriarcato. Cosa può esserci di sbagliato in un mondo che mette al centro la cura da parte di ciascuna persona, indipendentemente dal genere. La spontaneità dei bambin3 salverà il mondo.
Guardate il video promosso dal Governo spagnolo: https://www.youtube.com/watch?time_continue=102
L’attacco di ProVita alla ‘carriera alias’ è scattato tramite una diffida, priva di qualsiasi fondamento giuridico, alle scuole che in Italia hanno già adottato questo strumento, studiato per prevenire il bullismo transfobico e il conseguente abbandono scolastico da parte delle/i giovani con varianza di genere.
(*) vedi sotto per saperne di più su ‘carriera alias’ e ‘varianza di genere’
Il parere unanime dei giuristi interpellati da Agedo e da GenderLens conferma che l’applicazione di questi strumenti da parte delle scuole, tramite l’adozione del Regolamento da parte del Consiglio d’Istituto, avviene nel pieno rispetto della legge.
L’anomalia consiste piuttosto nel fatto che l’adozione di questo provvedimento sia lasciata alla discrezionalità dei singoli istituti, se più o meno sensibili al benessere dei loro studenti. Sarebbe opportuno che il Ministero dell’Istruzione si facesse promotore di una base normativa che trasformi la prassi, oggi affidata alla discrezionalità, in un modello da applicare in tutti gli istituti al fine di tutelare il principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione italiana.
Si invitano quindi le scuole a non dare seguito a ciò che appare, sia nella forma che nei contenuti, un vero atto intimidatorio e a
Secondo la propaganda, inoltre, le diffide avrebbero già sortito il loro effetto facendo recedere alcune scuole dall’adozione della carriera alias. Nemmeno questo corrisponde al vero, visto che non ci è giunta da alcun genitore l’avviso di aver ricevuto la comunicazione (obbligatoria) di avvio di un procedimento di revoca dell’accordo fra scuola e famiglia.
Ci risulta anzi la determinazione delle scuole che abbiamo sentito in questi giorni a mantenere salde le loro decisioni.
Siamo quindi nel campo di ciò che le persone sono, non in quello di quello che scelgono.
“Chi ha promosso questa iniziativa non ha nessun titolo per farla. L’impressione è che questo faccia parte di una strategia generale che mira a ostacolare qualsiasi avanzamento dei diritti nel nostro Paese” commenta il Presidente di Agedo Nazionale Fiorenzo Gimelli. “La finalità della ‘carriera alias’ è quella di tutelare giovani vite, non di diffondere ideologie che esistono solo nella immaginazione di chi vede complotti contro la propria visione del mondo”.
Per comprendere la necessità di introdurre la carriera alias, basti pensare che, secondo uno studio scientifico sulla situazione italiana, il 43% delle persone transgender di età compresa tra i 12 e i 18 anni lascia la scuola prima di aver terminato gli studi. Evitare loro il profondo disagio di non essere chiamate/i con il nome di elezione è un dovere nei confronti di queste giovani persone.
“Parlare a scuola di identità di genere e tutelare chi è transgender non spingerà mai nessuno a intraprendere un percorso complicato di transizione”, conclude Gimelli. “Non si tratta di qualcosa che si fa per moda, non è ‘contagioso’, non è frutto dell’educazione o dell’ambiente in cui si vive o di modelli, ma è una delle possibilità della natura umana. I bambini e bambine, che percepiscono la loro identità di genere molto presto, non hanno alcunché da temere in un ambiente che accoglie tutte le unicità, ma solo il vantaggio di far parte di un mondo migliore per tutti”.
(*) La carriera alias è un accordo di riservatezza tra la scuola, il/la giovane studente/ssa con varianza di identità di genere e la sua famiglia (nel caso di minorenni).
Si tratta di un profilo burocratico temporaneo solo ad uso interno, senza alcuna modifica anagrafica legale. Con una semplice procedura viene inserito nel registro elettronico il nome scelto dalla persona nel percorso di affermazione di genere al posto di quello assegnato alla nascita.
Questo evita l’imbarazzo di dover continuamente spiegare la propria condizione, allontanando il pericolo di subire episodi di bullismo.
(*) La varianza di genere. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, l’identità di genere è “come una persona si definisce rispetto al genere a cui si sente di appartenere (…). Tutte le identità di genere sono naturali (normali) e la varianza riguarda circa lo 0,5-1,3% della popolazione”.
Leggi il Comunicato di GenderLens, con cenni alla letteratura scientifica che si occupa di salute delle persone trans più giovani
Leggi il parere legale dell’avv. Antonio Schillaci
Leggi un’analisi dello studioso Massimo Prearo
Leggi le riflessioni dell’avv. GianMarco Negri, sindaco di Tromello e persona transgender
Leggi il post di Camilla Vivian, Mio figlio in rosa che fa il punto sulla carriera alias, con confronti con la situazione in Spagna
Comunicato stampa di Genderlens
Recentemente ad alcune delle scuole che hanno regolamentato la carriera alias, ovvero hanno dato la possibilità alle giovani persone trans di essere riconosciute a scuola con il genere con cui si identificano, è stata notificata una diffida da parte dei gruppi ProVita e Generazione Famiglia.
Carriera Alias nel pieno rispetto della legge
La diffida inviata NON ha alcun fondamento legale, le persone giuriste oltre che avvocate interpellate in queste ultime settimane, dalle associazioni GenderLens e Agedo, sono concordi nell’affermare che la condotta delle dirigenze scolastiche che hanno applicato i regolamenti approvati dai consigli di istituto è assolutamente legittima e che l’applicazione della carriera alias avviene nel pieno rispetto della legge.
Qui il link - - - - - - > continua a leggere
https://www.genderlens.org/2022/12/07/giu-le-mani-dalla-carriera-alias/
Lo aveva annunciato a inizio mandato l’assessore alle Politiche Sociali, Jacopo Rosatelli, e ora potrebbe concretamente diventare realtà: a Torino le persone transgender potranno scegliere il nome sulla tessera bus. Il Comune e Gtt hanno infatti avviato un dialogo per far sì che il progetto diventi realtà, conferma che arriva anche dall’assessorato alla Mobilità.
I Sentinelli di Milano hanno pubblicato:
Fabio Tuiach oggi è stato condannato a 2 anni di reclusione senza beneficio della pena sospesa.
Il pubblico ministero aveva chiesto 10 mesi.
È una sentenza storica vista la portata della condanna per diffamazione. Pur in assenza del riconoscimento della aggravante della Legge Mancino, la giustizia ha ritenuto di dover condannare Tuiach e risarcire la vittima Antonio Parisi per le ripugnanti parole di Tuiach medesimo.
Antonio Parisi, che a Trieste era stato vittima di un pestaggio, ha ottenuto quindi giustizia grazie anche al lavoro della sua Avvocata Maria Genovese.
A supporto dell'eccezionalità della sentenza anche il fatto di vedere riconosciuta la richiesta risarcitoria dell'associazione dei Sentinelli, riconoscendo alla stessa la tutela di un interesse collettivo relativo alla comunità LGBT+.
Stiamo tornando a casa da Trieste felici per Antonio e il suo coraggio, ma soprattutto perché oggi abbiamo fatto un piccolo passo in avanti di civiltà nonostante il vuoto legislativo di una politica miope.
Un ringraziamento sentito alla "nostra" Avvocata Paola Ponte che ha seguito la causa per i Sentinelli.
COMUNICAZIONE DI AGEDO NAZIONALE
Ieri purtroppo, come ci si poteva aspettare, durante l'Europride a Belgrado in Serbia ci sono stati dei gravissimi attacchi da parte di gruppi neonazisti e neofascisti appoggiati dalla Chiesa cristiana ortodossa che la polizia non ha potuto o voluto contenere.
Il governo serbo sapeva di queste minacce e, anziché reprimere le contestazioni antidemocratiche di coloro che vogliono impedire alle persone di essere ciò che sono, in una prima fase ha annullato il pride per poi consentirlo solo su pressione internazionale.
È assolutamente grave che in una nazione che vuole entrare nell'Unione Europea succedano ancora fatti di questo tipo. Ciò conferma il bisogno di una vigilanza costante sui paesi in cui i diritti civili vengono negati. Non c'è nessun motivo valido per impedire alle persone di essere sé stesse e di testimoniarlo pubblicamente. Qualsiasi giustificazione a sostegno di chi la pensa in modo contrario sarebbe un insieme di parole vuote e inutili.
Ci aspettiamo che anche in Italia tutte le forze politiche siano omogenee e unite nel condannare quanto è successo perché qualsiasi passo indietro rispetto all'affermazione dei diritti sarebbe estremamente grave e non tollerabile.
Vedere tuttoggi feriti o persone che rischiano la vita per poter mostrare pubblicamente quello che intrinsecamente sono è veramente una cosa che grida vendetta. Su questo ragionino tutti quanti.
Noi vogliamo che i nostri figli, i nostri parenti e i nostri amici possano camminare a testa alta alla luce del sole e vivere liberi da qualsiasi timore o paura dovuti all'odio altrui.
Fiorenzo Gimelli
Presidente di AGeDO Nazionale
Pubblicata la piattaforma programmatica delle associazioni LGBTQIA+ rivolta alla politica, sul sito www.lastradadeidiritti.it .
“Non è più il tempo della timidezza, né dell’indecisione programmatica che strizza l’occhio al pregiudizi - dichiarano le associazioni. Ora ci troviamo qui, al bivio. Per non tornare indietro, come stanno facendo Stati Uniti in materia di aborto e Russia con l’inasprimento della legge ‘anti-lgbt’, serve una proposta chiara, che dia gli stessi diritti a chi non li ha.
Matrimonio egualitario, riconoscimento di figli e figlie alla nascita, adozioni per tutte le coppie e single, accesso alla PMA per coppie di donne e donne single, completamento della legge sui crimini d’odio, educazione sessuale e affettiva nelle scuole, riconoscimento dell’identità di genere, diritti delle persone intersex, condanna delle cosiddette terapie riparative.
Anche in Italia - proseguono le associazioni - c’è chi vuole riportare indietro l’orologio della storia, ignorando che la strada dei diritti, in tutta Europa, ormai si pone oltre gli schieramenti politici. Lo dimostrano anche i 50 Pride italiani di quest’anno con milioni di persone nelle strade, che oggi si chiedono chi potrà rappresentarli nel prossimo Parlamento.
Chi sceglie la strada dei diritti ha inoltre la responsabilità di candidare persone che la sostengano con convinzione, perché troppe leggi negli ultimi 20 anni sono naufragate per mano di chi ha tradito il mandato elettorale.
L’Italia - concludono - non può più permettersi di restare l’ultimo tra i Paesi fondatori dell’Unione Europea in tema di uguaglianza dei diritti delle persone LGBTQIA+, sono in gioco i principi di libertà e democrazia sui quali si fonda il nostro Paese”.
Sottoscritta da :
AGEDO, ARC, ARCO, ARCIGAY, ALFI, Ass. Quore, Cammini di Speranza, C.C.O Mario Mieli, CEST, Certi Diritti, Dì Gay Project, EDGE, Famiglie Arcobaleno, Gay Center, GAYNET, Gender x, Gruppo Trans APS, Globe MAE, MIT, NUDI, Omphalos LGBTI, Polis Aperta, Pride Vesuvio Rainbow, Rete Genitori Rainbow Rete Lenford, Tenda di Gionata, Tgenus, Ufficio Nuovi Diritti CGIL Nazionale.
Il Gruppo CRC pubblica in occasione dell’anniversario della ratifica della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC) in Italia il 12° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della CRC in Italia (12° Rapporto CRC) a quasi due anni di distanza del precedente, un lasso di tempo in cui sono intervenuti eventi che ci hanno posto dinanzi a scenari e difficoltà nuove: la pandemia da COVID-19 prima ed il conflitto in Ucraina poi, hanno avuto ed avranno un impatto enorme sulle generazioni presenti e future. Famiglie, Scuola, Servizi stanno vivendo un affaticamento che mette in luce la necessità di un supporto e di un investimento ormai non più rinviabile. Povertà minorile, denatalità e cambiamenti climatici sono fenomeni che il Gruppo CRC continua a monitorare con crescente preoccupazione alla luce dei dati disponibili che mostrano come le misure sinora adottate non siano sufficienti e non abbiano generato l’impatto sperato.
Il testo completo del rapporto è scaricabile dalla sezione DOCUMENTI/GUIDE INFORMATIVE del sito
La Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (Convention on the Rigths of the Child - CRC) è stata approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, e ratificata dall'Italia il 27 maggio 1991 con la legge n. 176
Il testo approvato alla Camera sarà ripresentato in Senato
Mercoledì 27 aprile scade l’embargo di 6 mesi provocato da quella taglio che ha, di fatto, bocciato il disegno di legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo.
Ad annunciare la ripresa dei lavori attorno al disegno di legge affossato a fine ottobre è stato Alessandro Zan nella intervista al quotidiano La Repubblica. Il testo sarà lo stesso approvato dalla Camera dei deputati e il confronto ripartirà dalle Commissioni di Palazzo Madama prima di un nuovo approdo in Aula per il voto.
“Sarà ripresentato lo stesso testo, perché è quello che aveva avuto il via libera alla Camera a larga maggioranza, voluto da Pd, M5Stelle, Leu e anche da Italia Viva e da una parte di Forza Italia”...
“Oggi la situazione è diversa: la Lega è in difficoltà, e i trascorsi legami con Putin stanno logorando Salvini e le sue posizioni sovraniste. Siamo nel pieno di una guerra in Europa, dunque la questione dei diritti è urgente e centrale. E mentre il Parlamento è inadempiente sulle leggi di civiltà come questa, che riguarda i crimini d’odio, le persone continuano ad essere oggetto di discriminazione e violenze non per quello che fanno, bensì per quello che sono, semplicemente perché esistono”.
7 Marzo 2022
Agedo Nazionale, insieme all’associazione Genderlens, ha elaborato una Proposta di Regolamento Scolastico per la ‘Carriera alias’ come suggerimento per i Consigli d’Istituto che desiderano applicarla.
Qui oltre trovate anche l’elenco delle scuole che ci risulta abbiano già attivato la Carriera Alias (aggiornato al 7 marzo 2022) con un totale di 65 scuole).
Al termine dell’articolo trovate un esempio del modulo di richiesta per attivare la Carriera alias da parte delle famiglie o direttamente della persona interessata, e alcune uscite sulla stampa su questo argomento.
Leggi e scarica la Proposta di Agedo e Genderlens
GENDERLENS_AGEDO Proposta-di-Regolamento-Scolastico-per-Carriera-Alias-2 Download
Con questo documento Agedo desidera fornire una traccia alle scuole primarie e secondarie che vogliono inserire nel proprio Regolamento scolastico la ‘carriera alias’.
Si tratta di un accordo di riservatezza tra scuola, studente e famiglia (se minorenne) che permette di inserire nel registro elettronico il nome scelto dalla persona transgender al posto di quello anagrafico, evitando così sofferenze ed episodi di bullismo agli studenti che non si riconoscono nel sesso biologico di nascita. L’ansia di venire chiamati davanti ai compagni con un nome assegnato alla nascita nel quale non si riconoscono spinge molti ragazzi alla depressione e all’abbandono scolastico.
Il 26 gennaio il parlamento francese ha approvato in via definitiva una legge che vieta le terapie di conversione destinate a “curare” l’orientamento sessuale delle persone non eterosessuali, bisessuali o transgender, incluso l’elettroshock.
La legge introduce un nuovo reato per chi pratica questo tipo di terapie, con pene di due anni e 30.000 euro di multa o di tre anni e 45.000 euro se siano coinvolti dei minori.
Dopo altri paesi, come la Germania, il Brasile e il Canada, anche la Francia compie questo passo importante in favore dei diritti umani. L’Italia ancora no.
Da noi, al contrario, queste pratiche esistono ancora e sono purtroppo molto diffuse. Secondo la Società Italiana di Andrologia circa il 10% dei giovani Lgbti è vittima di pratiche tese a correggere l'orientamento sessuale (il numero preciso delle vittime è difficile da quantificare perché si tratta di un fenomeno sommerso).
Queste terapie sono prive di basi scientifiche, sono contrarie a ogni deontologia e possono arrecare gravi danni a chi le subisce, spesso ragazzi e ragazze adolescenti.
È il momento di mettere al bando le terapie di conversione anche in Italia, perché l'identità di genere di ogni persona va rispettata e tutelata.
da Amnesty International - Italia