Notizie
Caro Augias e caro Floris,
abbiamo deciso di interloquire con voi perché vi consideriamo giornalisti seri e non prevenuti nei confronti delle persone LGBT+.
Ieri (19/05/2020) durante la trasmissione “ Di Martedì” é stato fatto pregevolmente un riferimento alla proposta di legge contro la omo-bi-trans fobia ( cd Zan) che dovrebbe essere discussa a breve dalla Camera dei Deputati ma i vostri discorsi sono stati infarciti di approssimazioni, inesattezze e (pre)giudizi che visto la vostra autorevolezza ci hanno lasciato sgomenti.
Ci corre sottolineare che le parole “deviazioni ” e “scelta” quando riferite ad orientamento sessuale o identità di genere sono sempre sbagliate. Si tratta di caratteristiche intrinseche delle persone su cui la volontà dell'individuo non incide e l'unica scelta è semmai quella di negare, a volte anche a se stessi, quello che si é per evitare stigma ed intolleranza ed andare incontro ai desideri di una società escludente, che tende a classificare tutti in poche comode caselle e a pensare che il benessere dei molti sia basato sulla sofferenza di minoranze.
Viktor Mihály Orbán ce l’ha fatta.
"Cosa prevede la legge appena approvata dall'Ungheria?
Questo testo sostituisce la parola “nem” nel registro, che significa sia la parola “sesso” che la parola “genere”, con il termine “születési nem”, ovvero “sesso alla nascita”. La legge prevede che questo sia il “sesso biologico basato su primarie caratteristiche sessuali e cromosomi “. In definitiva, il sesso alla nascita non può essere modificato.
Un testo che viola le norme internazionali sui diritti umani e quanto deciso dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Ma non solo, va contro 3 sentenze (2005, 2007 e 2018) della Corte costituzionale dell’Ungheria, la quale forse sarà chiamata a intervenire nuovamente sulla questione, se il presidente della Repubblica invierà il testo ai giudici della corte, come richiesto dalle associazioni LGBT."
Fiorenzo Gimelli
Presidente AGEDO Nazionale
http://www.agedonazionale.org
In occasione della Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia, la transfobia e l’intersessuofobia
IKEA Italia presenta la campagna #CASAPUOIESSERETU
Un invito a “essere casa” per coloro che ancora oggi sono discriminati a causa del proprio orientamento sessuale o della propria identità di genere
Carugate, 17 maggio 2020
In questi mesi le mura domestiche sono state sinonimo di sicurezza e protezione, la casa ha rappresentato non solo uno spazio fisico, ma anche un luogo in cui poter esprimere se stessi e la propria dimensione personale. Casa è quel senso di libertà e intimità che è possibile trovare non solo in un luogo, ma anche in una persona, in un affetto. Casa è chi ci fa sentire a casa. Ma non per tutti è così: spesso infatti, in periodi dove eventi esterni - come quello dell’emergenza legata a COVID-19 – hanno un impatto profondo sulla vita delle persone, aumenta la possibilità che ci siano fenomeni di intolleranza verso le minoranze, compresa la comunità LGBT+ .
In occasione di IDAHOT, la Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia, l’intersessuofobia e la transfobia, IKEA lancia un messaggio contro la discriminazione delle persone LGBT+, promuovendo un’idea di società più inclusiva ed equa. Attraverso il messaggio #casapuoiesseretu, IKEA invita tutti a far sentire accolti coloro che ancora oggi vengono discriminati a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere. Questo il concept del video di IKEA Italia, a partire dal 17 maggio, sarà presente su tutti i canali social dell’Azienda per celebrare questa giornata.
“Equality, diversity e inclusion sono valori condivisi in IKEA, che da anni è impegnata per promuovere un’idea di società più inclusiva e rispettosa di tutte le diversità: crediamo, infatti, che ognuno abbia il diritto di sentirsi sempre a casa nella propria pelle. Un diritto che, purtroppo, a molti è precluso, perfino all’interno delle proprie mura domestiche” dichiara AsuntaEnrile, Country Retail Manager & CSO di IKEA Italia “Con questa campagna vogliamo sostenere un cambiamento sociale che ci veda tutti protagonisti, lanciando un messaggio forte a sostegno della comunità LGBT+ che ancora oggi lotta per vedere riconosciuti le proprie libertà e il diritto ad una vita senza discriminazioni. Un impegno che vede IKEA storicamente in prima linea, partendo in primo luogo dal proprio ambiente di lavoro e dai propri co-worker. E che ci vedrà sempre al fianco delle persone colpite da ogni tipo di esclusione e discriminazione”.
Oggi la Corte di Giustizia ha pronunciato una sentenza fondamentale contro la discriminazione perpetrata nei confronti delle persone LGBTI da un avvocato di Carlo Taormina.
È una decisione che ha rilevanza in tutti i paesi dell’Unione Europea perché sancisce due principi fondamentali: il primo un limite alla libertá d’espressione se quest’ultima ha potenzialità discriminatorie e seconda la legittimazione delle associazioni a ricorrere alla giustizia. Due principi che nel caso riguardano la comunità lgbti ma che posso no essere estese a qualsivoglia altra condizione personale a rischio. oggi deve essere un grande giorno!
Il direttivo del Coordinamento Torino Pride, ha constatato che è impossibile poter svolgere il Torino Pride il 20 giugno.
La parata sarà organizzata quando ci saranno i presupposti per poterlo fare in sicurezza e con tutte le caratteristiche che da sempre caratterizzano la manifestazione simbolo dell’orgoglio Lgbtqi. .
Simbolicamente il 20 giugno, però, il Torino Pride ha deciso di organizzare comunque un flash mob all’insegna dell’arcobaleno che coinvolga tutta la città e che verrà progettato con il contributo dalle associazioni lesbiche, gay, bisessuali e transgender piemontesi che compongono il coordinamento
Sono le persone transgender le prime vittime dei superpoteri che il premier ungherese Viktor Orbán si è autoconferito.
Il dato anagrafico registrato alla nascita sui documenti di identità non sarà più modificabile.
L'articolo di Repubblica:clicca qui
Si può chiamare il numero Verde 800 768 04 (lunedì, mercoledì e venerdì dalle 17.00 alle 19.00 - martedì e giovedì dalle 10.00 alle 12.00).
L'iniziativa nasce dal lavoro dell'Associazione amici della Casa dei Diritti che ha unito in cordata altre associazioni come Telemaco, Agedo, Associazione energie sociali Jesurum, Pons, Accademia di formazione in arti e prassi psicologiche, Lo Sbuffo, Vox, Soccorso Rosa.
L'articolo completo si trova qui:
https://milano.repubblica.it/cronaca/2020/01/20/news/help_center_anti_discriminazioni_comune_milano-246234616/?refresh_ce&fbclid=IwAR2J-NmQavrVIqzxuqnxMGHeUYPfMqx_Pfy_4NZMx4RxqslKUVib9jidjHw
Grazia e Gianni, attivisti di Agedo Torino, hanno partecipato alla trasmissione “Vieni da me”, portando la testimonianza della loro esperienza a fianco della figlia Giulia nel suo percorso di transizione.
Il loro impegno pubblico e’ d’incoraggiamento per i tanti genitori che si trovano ad affrontare la medesima esperienza.
Per guardare il video cliccare sulla freccia nella foto in alto a sinistra, poi aspettare la fine dei due annunci commerciali:
La denuncia di una quindicenne
Presa a pugni all'uscita dalla stazione. Arcigay: "Casi sempre più frequenti"
L'articolo completo su:
https://torino.repubblica.it/cronaca/2019/11/04/news/_io_aggredita_perche_lesbica_la_denuncia_di_una_quindicenne_a_torino-240222603/
Giovedì 24/11/2019 è prevista la calendarizzazione alla Commissione Giustizia della Camera della proposta di legge recante "Modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere".
Il Governo propone una legge nazionale che estenda la Legge Reale-Mancino anche ai crimini d'odio commessi in relazione all'identità di genere o all'orientamento sessuale della vittima. Il relatore sarà Alessandro Zan del Pd.
E'un'ottima notizia, per un Paese che vuole essere sempre più giusto, civile e solidale.
Settembre 2019
“E questi schifosi continuano imperterriti. Ammazzateli tutti ste lesbiche, gay e pedofili".
Recitava così il post pubblicato su Facebook lo scorso luglio da Giuseppe Cannata, consigliere comunale di Vercelli. Il post del consigliere comunale era arrivato anche alla Procura di Vercelli, che aveva aperto un fascicolo per istigazione a delinquere aggravata dall'uso di strumenti informatici e telematici.
Dopo le sue mancate dimissioni, Lorenzina Opezzo, mamma sessantottenne di un figlio omosessuale, ha deciso di scrivergli una lettera aperta:
Egregio dottor Cannata,
premetto che non sono alla ricerca di visibilità né penso di candidarmi in futuro. Ciò per sgombrare il campo da eventuali illazioni o pensieri molesti o che potrebbero diventare tali. Ho ascoltato il Suo intervento in Consiglio Comunale con un misto di incredulità, imbarazzo per Lei e, se mi permette, di tenerezza per il tentativo messo in atto di argomentare fatti tanto distanti tra loro da non permettere collegamenti se non artificiosi. Su Bibbiano e dintorni sono piene le pagine di giornali e non intendo soffermarmi; penso invece alla Sua dichiarazione sul fatto che si batterà a favore della famiglia “tradizionale” che mette bene in evidenza la Sua considerazione verso un grande numero di cittadini che non sono eterosessuali, se ci fosse bisogno di ulteriori esplicitazioni aggiuntive ai suoi chiarissimi post. Non uno, più di uno, con scritte vergognose. Lei è naturalmente libero di fare del Suo tempo ciò che vuole, esprimendo il Suo disprezzo pubblicamente ma non può pensare che, proprio per essere pubblico, non raccolga dissenso e disprezzo a sua volta, quella che Lei ha definito gogna mediatica. E’ anche libero di battersi per chi vuole ma non è libero di insultare. “Merde, feccia” si può scrivere sul proprio diario personale o dire tra quattro amici al bar; non in un luogo pubblico in cui vivono gay e lesbiche ed i loro genitori. Questi ultimi, madri e padri di coloro che Lei definisce merde, tra l’altro, appartengono perlopiù a famiglie tradizionali, per usare il termine che Lei predilige. Ecco, noi genitori di queste “merde” abbiamo vite normali con i nostri ragazzi. Alti e bassi, feste di famiglia, problemi, insomma tutto ciò che appartiene a tutti. Con la differenza che i nostri ragazzi (e di riflesso anche noi) hanno spesso avuto esperienze difficili, a volte dolorose, a volte molto dolorose. A sentirsi definire "merde" a molti, dopo aver sopportato sguardi ammiccanti, parole pesanti, essere stati tollerati, non interessa un bel nulla; ad altri, invece, aumenta le difficoltà che spesso hanno e preferiscono tacere, nascondersi. Alcuni, non così di rado, nel sentirsi messi alla gogna (anche loro!) e considerati fallati da gente come Lei, non hanno strumenti e capacità per reagire e spesso scelgono un’altra soluzione. Le lascio immaginare quale. Forse nella sua carriera di medico non ha mai dovuto constatare la morte di chi ha preferito togliersi la vita piuttosto che dare un dispiacere a qualcuno. Le parole non sono mai leggere neanche quando si è tra amici, sono gravissime se pronunciate da chi ricopre cariche pubbliche o aspira a ricoprirle. Stupisce che Lei non capisca.
Egregio dottore, ha fatto male a non dimettersi. Legalmente può fare ciò che vuole, ne ha diritto, ma non avere la consapevolezza che non si è graditi neppure, a quanto pare, all’interno della propria maggioranza e, soprattutto, che certe affermazioni in un ruolo pubblico sono gravissime, è davvero singolare. Per quanto riguarda me/noi la vita non subirà scossoni per ciò che Lei scrive e, soprattutto, mi è difficile considerarLa un nemico. Sarebbe eccessivo; la vita è molte volte complicata per mille motivi tanto che tengo a salvaguardare quel che resta del giorno e, soprattutto, non mi appartengono odio e rancore ma sono pronta però a battermi anch’io per ciò in cui credo. Vuol dire che La penserò come un signore che, con l’età che ha (non si offenda, siamo vicini anagraficamente), ha ancora voglia di dividere il mondo in buoni e cattivi in base al sesso ed alla provenienza (mi pare che abbia anche detto che ci difenderà dalle invasioni) senza conoscere le persone. A me, docente in pensione, continuano ad interessare l’umanità e l’animo umano e sono fondamentalmente intransigente. La mia intransigenza deriva però dalla capacità di ascoltare e dialogare, capendo le ragioni degli altri perché l’esperienza umana è varia e complessa e la nostra cultura, la nostra arte, scienza servono ad accrescere le vite degli uomini, ad alimentarne l’animo. Non varrebbero nulla se non riuscissimo a far con esse del bene agli altri uomini. Sventolare il Vangelo non ci rende migliori. Don Gallo diceva che da secoli un’idea di natura uguale per tutti, immutabile nel tempo e nello spazio, non si trova più se non nei testi ufficiali cattolici. Ed aggiungeva che “la nostra libertà non si aggiunge semplicemente a quella altrui ma ne è parte integrante e costitutiva, poiché la libertà procede sempre da chi ne è stato storicamente escluso”. Ciò per dire che la penserei così anche se non fossi coinvolta personalmente. Certi principi sono irrinunciabili perché, se nella nostra famiglia non ci siamo mai sentiti cittadini di serie b, essi valgono per tutti, anche per coloro che non hanno la forza per farsi sentire.
Con questi pensieri Le auguro di vivere più serenamente la Sua età e di confrontarsi spesso con gli altri perché l’umanità di persone diverse da Lei non potrà che arricchirLa. E’ ancora in tempo.
Lorenzina Opezzo