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3 Giugno 2018
Cari amici,
sono due giorni che intendo condividere alcune riflessioni sulla politica nel nostro paese ma faccio fatica a trovare le parole giuste.
Abbiamo un nuovo governo “del cambiamento” dopo la crisi istituzionale più lunga nella storia della nostra Repubblica costituito da 2 forze antagoniste in campagna elettorale ed ora unite da un “contratto” che per quanto riguarda i diritti delle persone LGBT+ non prevede nulla mentre prevede provvedimenti securitari piuttosto vistosi (difesa personale armata in casa lecita in ogni caso, contrasto all’immigrazione, nuove carceri e pene maggiori, no a misure alternative alle carceri etc.).
In parallelo è stato costituito un Ministero per la famiglia e le disabilità e il neoministro Fontana, della Lega, cattolico integralista vicino a pro-vita, ha già trovato modo di esprimersi sulla non esistenza delle famiglie omogenitoriali e sulla “famiglia naturale” di cui intende aumentare il tasso di fertilità. È stato un modo di intervenire a freddo e in modo provocatorio senza alcuna specifica esigenza particolare.
IL TORINO PRIDE SI APPELLA A TUTTE LE ISTITUZIONI DEL TERRITORIO
“mai in silenzio di fronte ad attacchi chiari e netti verso la comunità LGBT+”
Il Coordinamento Torino Pride, composto da molte anime associative e lontano anni luce dalle tifoseria partitiche, si è sempre posto come interlocutore politico/sociale serio e affidabile e non è mai rimasto in silenzio soprattutto di fronte ad attacchi chiari e netti verso la comunità LGBT+
Abbiamo atteso a esprimerci in merito alla situazione nazionale e a ciò che fino a qualche giorno fa era solo una sgradevole sensazione ma oggi non è più tempo di tergiversare.
Le prime parole del neo ministro degli Interni, Matteo Salvini, ci proiettano immediatamente in una apprensione importante. Abbiamo fatto piccoli passi in avanti e non possiamo accettare che il “faro” della parità e dell’eguaglianza venga spento da chi non ne capisce evidentemente il significato avendo instillato in questi anni odio e paura che noi NON abbiamo più da tempo.
LA LETTERA DI GIANNI REINETTI
«Le parole pronunciate ieri sera dal neo ministro agli Interni Matteo Salvini, mi lasciano spaventato e preoccupato. Nessuno può arrogarsi il diritto di dire che esiste solo una tipologia di famiglia: quella tradizionale. Inoltre aggiunge “Voglio far parte di un governo con alcune idee chiare. In cui la mamma si chiama mamma e il papà si chiama papà.” Per quanto mi riguarda in Italia nel 2018 esistono le famiglie anche quelle composte da due papà e due mamme che crescono con amore e impegno i loro figli».
«Comprendo che ieri sia nato il governo più a destra della storia e non a caso il dicastero è solo sulla famiglia e non sulle famiglie. Mi fa male sapere che una parte di paese viene oscurata e viene offesa dalle parole di un ministro che dovrebbe tutelare tutti gli italiani e da un linguaggio non consono. Ancora di più sono sconvolto da come vengono calpestati sentimenti e storie».
Hanno partecipato tantissime associazioni, eccone alcune:
Orgoglio di un mamma Agedo (Roberta Bagnasco) al Novara Pride 2018
L’Italia (del Nord) omofoba che nega i gay pride
“Esibizionismo? No, un aiuto a chi è emarginato”
Da Trento a Genova, molte amministrazioni dicono no alle manifestazioni “perché si tratta di folklore”
Arcigay: “Facciamo questi eventi pensando a chi ci dice che ha paura di partecipare e si sente colpevole”
Il più coerente è Attilio Fontana: aveva detto no quando era sindaco di Varese e lo ha ribadito ora che è presidente della Lombardia. Nella geografia d’Italia sono sempre di più le realtà dove i Gay pride – le manifestazioni dell’orgoglio omosessuale – non ottengono il patrocinio delle istituzioni: succede nel profondo Nord, a Novara, Genova, Trento e Varese. Il tutto mentre in Italia oltre 50 persone sono vittime di omofobia ogni giorno, secondo i dati diffusi ieri da Gay Help Line per la giornata contro l’omofobia
di RQuotidiano
Il testo completo dell'articolo:
https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/litalia-del-nord-omofoba-ai-gay-niente-patrocinio/
Piemonte Pride 2018
Novara 26 maggio, Torino 16 Giugno e Alba 7 Luglio. Perchè in Piemonte noi siamo davvero SPECIALI.
Il claim del 2018, Nessun dorma, richiama chiaramente l’attenzione sui tempi cupi, “bui” e troppo spesso “addormentati” in cui viviamo,: tempi in cui prende piede una cultura della semplificazione ad opera dei “luoghi comuni”, in cui chi è “diverso” o percepito come tale assume facilmente il ruolo di capro espiatorio. Tempi di crisi economica, sociale e culturale in cui rialza la testa un fascismo dai mille volti.
Il Pride di quest’anno, dunque, è dichiaratamente e nettamente antifascista, antirazzista e di lotta, se possibile ancor più delle edizioni precedenti.
L’immagine invece è quella di un pugno: la mano chiusa con le dita piegate e fortemente strette: un segno di lotta ma anche di forza e di vivido incitamento.
Tendere ad afferrare ciò che uno non ha ancora e stringere, invece, ciò che già si è conquistato.
La forza del pugno che si sposa con la purezza cromatica "senza esitazione" e che rimanda all’arcobaleno: rappresentazione cromatica universale del mondo LGBTQI.
Infine, il pugno, simbolo senza tempo, stratificato, che non vuole e non deve ricondurre a un concetto univoco ma che ha l’ambizione di simboleggiare la lotta, anzi le lotte, di tutte e tutti contro il mai sopito avanzare di discriminazioni sempre nuove.
A partire dalla guerra civile spagnola il pugno chiuso è diventato, infatti, simbolo di tutti i movimenti che si opponevano al fascismo. È stato utilizzato successivamente in molte circostanze e da diversi movimenti per i diritti dei gruppi discriminati, in nome della solidarietà e della ribellione: come, ad esempio, il movimento per i diritti civili degli anni Sessanta, il movimento femminista americano o il movimento dei militanti per i diritti dei neri.
È la prima volta in Italia
Mai era accaduto che un bambino venisse indicato espressamente come figlio di due donne.
La sindaca Appendino commossa: «Scritto un pezzo di Storia»
di Gabriele Guccione
Il piccolo Niccolò Pietro con le mamme e la sindaca Appendino
TORINO - Niccolò Pietro è stato registrato questa mattina all’anagrafe di Torino come figlio di due mamme: Chiara Foglietta, consigliera comunale del Pd, e Micaela Ghisleni. La registrazione dell’atto di nascita - il primo in Italia dove viene indicato espressamente quali genitori due donne - è stato firmato dalla sindaca Chiara Appendino. Questa mattina la prima cittadina, che venerdì aveva dichiarato di essere pronta a “forzare la mano” per riconoscere i figli di tutti, ha proceduto alla trascrizione degli atti di nascita dei figli nati all’estero di altre due coppie gay.
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Ma c'è sempre chi frappone ostacoli, per motivi ideologici, aggrappandosi a leggi che non tengono conto dell'evoluzione della società
Figlio di due madri, Montaruli (FdI): «Governo mandi ispettori a Torino»
La parlamentare contro Appendino: «L’atto di registrazione del bimbo, firmato da Appendino, va impugnato. Un sindaco non può sostituirsi al legislatore»
«Il Governo mandi gli Ispettori nel Comune di Torino per acquisire l’atto di registrazione del bambino con due mamme firmato da Appendino e lo impugni». Lo chiede, in una nota, la parlamentare torinese di Fdi Augusta Montaruli
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Figli di due madri, la diocesi di Torino all'attacco della sindaca Appendino
Il settimanale cattolico: "Strappo che sconcerta"
"Si può pensare che una legge dello Stato venga applicata a libera discrezione degli 8 mila Comuni d'Italia, ciascuno secondo il proprio orientamento? No, lascia davvero sconcertati lo strappo operato lunedì scorso dall'Amministrazione torinese". E' quanto si legge nell'editoriale de La Voce e Il Tempo, settimanale della Diocesi di Torino, sulla registrazione all'anagrafe di Niccolò Pietro e di altri tre bimbi nati da coppie omogenitoriali con la procreazione assistita.
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Gent.mo sig. Sindaco Canelli,
siamo le mamme e i papà dell’A.Ge.D.O. (associazione dei genitori, parenti e amici delle persone omosessuali e transessuali). Le scriviamo in merito al suo diniego di concedere il patrocinio del Comune al Novara Pride 2018.
Per noi il Pride non è una “manifestazione folkloristica” negativa ma una festa in cui tante persone lgbt finalmente dichiarano alla società di esistere, di esserci.
Vede signor Sindaco, per tanti anni e ancora oggi, gli omosessuali sono stati costretti a nascondersi, a non rendersi visibili. Nel periodo fascista, addirittura, venivano portati al confino perché non potevano stare nella società, venivano eliminati dal consesso civile. I nazisti poi arrivarono ad eliminarli fisicamente nei forni crematori.
Oggi è tempo che il nascondimento e l’invisibilità finalmente abbiano a finire. È arrivato per noi il momento che i nostri figli vivano la loro vita e i loro affetti alla luce del sole. Questo per noi è il senso del Pride e, con questi pensieri nel cuore, ci saremo con le nostre bandiere assieme ai nostri ragazzi.
Le statistiche ci dicono che circa il 10% della popolazione è omosessuale o transessuale. Il fenomeno, per via di questi numeri, quindi interessa più o meno direttamente tutti quanti.
Lei scrive che il Pride “non serve a rilanciare il tema della tutela dei diritti”. Scrive anche che “tutti hanno il diritto di manifestare, infatti lo faranno liberamente, allo stesso modo però l'amministrazione comunale ha il diritto di non sposare una causa che non condivide”.
Noi non capiamo la Sua posizione ma ne prendiamo atto; contemporaneamente, però, e accoratamente Le chiediamo, per la posizione che Lei ricopre, di aiutarci affinché si possa affermare la tutela dei diritti che in parte ancora oggi sono negati ai nostri ragazzi.
Signor Sindaco, perché non cominciamo a incontrarci come uomini di buona volontà per fare assieme quanta più strada è possibile a favore di quella tutela dei diritti che Lei stesso ha citato?
Apriremo un nuovo punto di ascolto di A.Ge.D.O. a Novara per aiutare quei genitori che nel momento in cui vengono a conoscenza della omosessualità/transessualità dei loro figli entrano in crisi perché si trovano davanti un imprevisto.
Lo faremo con una nostra manifestazione il 5 maggio alla Barriera Albertina alle 20:30. Ci farebbe molto piacere se Lei volesse venire a trovarci per iniziare un dialogo che riteniamo indispensabile.
Fiduciosi di una risposta positiva La salutiamo cordialmente.
Agedo
Torino e la sua avanguardia sui diritti non cessa di fare scuola
“La sindaca, Chiara Appendino, dopo molti incontri e giornate di riflessione insieme ai rappresentanti del Coordinamento Torino Pride, scioglie la riserva e decide di trascrivere tutti gli atti di nascita dei bambini e delle bambine nate all’estero da coppie omogenitoriali e, con una storica, importantissima e coraggiosa decisione decide di registrare l’atto di nascita di un bimbo, nato all’ospedale Sant’Anna di Torino, indicando nel registro di stato civile che non solo ha due mamme ma che è stato concepito grazie alle tecniche di fecondazione eterologa in Danimarca.
Non possiamo che essere felici di questa decisione che ha necessariamente avuto bisogno di tempo e molti accertamenti.
Ribadiamo che le scelte e il coraggio della Sindaca Appendino dovrebbero essere quelle di tutti gli amministratori e tutte le amministratrici dei comuni italiani. Se così fosse, il Parlamento e il Governo del Paese, di qualsiasi colore, non potrebbe fare finta di nulla. Tutti, almeno a parole, considerano il benessere dei cittadini e delle cittadine una assoluta priorità.
Ci auguriamo che, come ha più volte indicato la Corte Costituzionale, la politica decida di risolvere una volta per tutte il problema dei bambini e delle bambine arcobaleno e delle loro famiglie. L’ipocrisia e la sciatteria politica devono finire. Tutti e tutte dobbiamo rimanere vigili per non permettere più a nessuno di considerare noi e le nostre famiglie di serie B.
L’applauso oggi va necessariamente alla Sindaca Appendino ma anche alle tante coppie omogenitoriali che attraverso richieste, sollecitazioni e cause in tribunale non hanno mai smesso di lottare perché le loro e le nostre famiglie siano considerate uguali a quelle composte da un uomo e una donna.
Partecipare domenica 6 maggio è ancora più importante: l'appuntamento è dalle 11.30, in piazza Carlo Alberto per la più grande e felice FESTA delle FAMIGLIE che mai si sia vista per non dimenticare mai che “i diritti dei bambini vengono prima di tutto” – afferma Alessandro Battaglia, coordinatore del Torino Pride.
Coordinamento Torino Pride GLBT www.torinopride.it -
Ufficio Stampa Torino Pride:+ 39 011 5096036 +39 347 7726482
Torino, la svolta della sindaca Appendino: "Registreremo all'anagrafe i figli delle coppie gay"
La prima cittadina annuncia la decisione su Facebook: auspichiamo l'apertura di un dibattito nel Paese, serve una nuova legislazione
di JACOPO RICCA
da Repubblica.it del 20/4/18
Saranno iscritti nel registro dell'anagrafe come i figli di entrambi i genitori i bambini torinesi nati all'estero o in Italia da coppie omosessuali residenti in città. Lo ha annunciato con un post su Facebook la sindaca di Torino, Chiara Appendino. “Per la prima volta la Città di Torino si trova dinnanzi a casi inediti di nuove forme di genitorialità che richiedono del tutto legittimamente il riconoscimento di quella che per loro è una famiglia, intesa come luogo fisico ed emotivo in cui due o più persone si amano e costruiscono insieme il futuro proprio e dei propri figli” scrive la prima cittadina annunciando la svolta storica. “Da mesi stiamo cercando una soluzione compatibile con la normativa vigente. Dopodiché la nostra volontà è chiara e procederemo anche forzando la mano, con l'auspicio di aprire un dibattito nel Paese in tema di diritti quanto mai urgente”.
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