Subito dopo la paura per le difficoltà che ancora si troverà ad affrontare. Poi la mia paura di fronte al mondo, a quello che “gli altri” avrebbero potuto pensare di lui e di me. Dopo quasi due anni da quel giorno, rileggendo la lettera di Giacomo mi commuovo sempre, ma ora più di allora mi commuovo per l’orgoglio di madre verso un ragazzo così in gamba, nonostante tutto e nonostante me! Tutti in famiglia abbiamo accolto il coming out di Giacomo come una vera benedizione, un motivo di crescita: l’asticella si è alzata, la nostra vita si apre a qualcosa che non conoscevamo ma che piano piano stiamo imparando a conoscere. Essere gay non significa solo e soltanto avere rapporti sessuali con persone dello stesso sesso. La persona umana è molto più di questo, Giacomo è molto più di questo. Il mio obiettivo ora è aiutarlo a realizzarsi, consapevole del fatto che potrebbe incontrare difficoltà maggiori, ma altrettanto certa delle sue capacità, della sua bontà, dei suoi talenti. Il fatto che Giacomo viva ad 8000 km di distanza da noi probabilmente rende al momento tutto “più semplice”. Ma noi siamo qui, lo aspettiamo e lo amiamo come prima e più di prima. La vicinanza di altri genitori conosciuti attraverso Agedo mi conforta, mi dà forza: ha aperto i miei orizzonti verso problematiche e sensibilità diverse dalla mia e anche di questo devo ringraziare mio figlio.
Luciana
Cari mamma e papà, caro Matte, qui va tutto alla grande: la scuola mi piace, sto imparando sempre cose nuove, mi sto facendo tanti amici e sono molto contento di avere l’opportunità di lavorare per mettere da parte dei soldi per i miei viaggi. Sono già passati cinque mesi da quando sono partito e qui a Pechino sono successe un sacco di cose bellissime che mi riempiono di gratitudine. Mi sento molto più indipendente, sono fiero di quello che sto facendo e continuo a lavorare sodo perché so che c’è sempre qualcosa da migliorare e che posso sempre imparare cose nuove. Lavorare è divertente e avere dei soldi miei mi fa sentire importante ma allo stesso tempo mi agita un po’: sono contento di sapere che il mio lavoro rende, che sto facendo esperienza in diversi campi e che sto guadagnando dei soldi tutti per me, ma alle volte ho l’ansia (un po’ in stile Camilla) di spendere i miei soldi e in qualche modo “sprecarli”. Sono diventato molto più “minimalista” per certi aspetti: non compro molti vestiti e non spendo molto in cose strettamente materiali, forse perché so di avere sempre un budget mensile da cui non devo sforare, ma anche perché mi rendo conto che alle volte alcune cose non mi servono per davvero e che ci sono cose più importanti. Noto che più cresco e passano gli anni, più prendo coscienza di quanto la mia vita sia mia, solo mia, e che io debba prendere decisioni ogni giorno per me stesso, in ogni momento. E’ stancante e alle volte demoralizzante, ma penso che questi siano gli alti e i bassi della vita. Ho solo bisogno di tempo per imparare a fare le cose come si deve e in maniera più serena. La ragione per cui vi scrivo questa lettera però è un’altra: ho una cosa molto importante da dirvi. E’ qualcosa a cui tengo molto e voglio che vi venga detta nel modo più chiaro e semplice possibile, ragione per cui ve la dico per scritto. Voglio parlavi di un aspetto di me di cui non ho mai fatto parola con voi; dopo tanti anni ho finalmente deciso di non mentirvi più e dirvi che sin da quando sono in grado di ricordare sono sempre stato attratto dai maschi, ragione per cui voglio dirvi che sono gay. Non c'è niente di strano e niente di cui vergognarsi. Io sono felice e sereno e la mia sessualità è solo un semplice aspetto di chi sono e che non cambia niente di me e della persona che avete cresciuto. Sono sempre lo stesso Giacomo, solo che ora mi conoscete meglio. Non avete sbagliato niente nell'educarmi, anzi, penso di essere fortunatissimo ad avervi come genitori e vi ringrazio per tutto quello che avete fatto e fate sempre per me. Vi sono e vi sarò sempre grato. L’essere gay non è una cosa che si sviluppa con il tempo e non è causata da niente e nessuno: lo si è e basta. Infatti non ricordo nemmeno un momento in cui ho messo in discussione la mia sessualità, perché per me è sempre stata così e basta. Ho preso coscienza della cosa quando avevo circa 10 anni, quando i miei compagni facevano apprezzamenti sulle ragazze e io invece ero attratto solo dai maschi. Crescendo, non ho mai avuto nessun tipo di figura omosessuale in cui rifugiarmi e a cui chiedere consigli, ma ripensandoci avrei davvero voluto qualcuno che mi avesse detto che essere omosessuale non è da pazzi, non è da malati, non è qualcosa di anormale, non è contro natura, né contro nessuna religione o credenza. Qualcuno che mi dicesse “Sii te stesso sempre”. L'ho dovuto imparare da me. Fortunatamente sono sempre stato positivo e sereno nell’affrontare la vita e questa parte di me non ha mai influenzato la mia felicità e non mi ha mai privato di opportunità, anche se ancora per molti è un qualcosa da nascondere e di cui non fare parola con nessuno. Penso che in qualche modo tutto ciò che sto dicendo non vi sia nuovo, ma che forse abbiate sempre avuto paura di chiedermelo. Ricordo per esempio come la mamma quando ero piccolo fosse agitata dal fatto che io avessi solo amiche femmine: personalmente ho sempre trovato la compagnia con le mie amiche più piacevole, chiaramente non per un fattore di attrazione ma per un fattore di interessi comuni e la possibilità di parlare di cose che con molti maschi eterosessuali sarebbe difficile affrontare. Con l'inizio delle medie, tutti hanno iniziato a prendermi in giro perché facevo danza e perché avevo certi atteggiamenti considerati effeminati. Da quei momenti ho capito che il fatto di essere attratti da persone del mio stesso sesso non era ciò che veniva considerato prettamente comune nella società. A casa avete alle volte usato termini come “finocchio” e ”checca”, e temendo una vostra reazione negativa nei miei confronti non ho mai osato farne parola con voi perché ho temuto per lunghissimo tempo di essere rifiutato da voi e dalla famiglia. Ma arrivato a questo punto della mia vita mi rendo conto di essermi preoccupato per anni di una cosa che dovrebbe essere per lo meno rispettata e compresa da tutti, ma da voi in modo particolare. Anche io in questo mondo merito di essere amato e di amare proprio come voi avete avuto la possibilità di fare nella vostra vita. Se pensate che Dio mi maledirà e mi manderà in qualche tipo d'inferno a ribollire nella lava, io vi posso solo dire che penso che Dio, Allah, Buddha, l’Universo, la Forza Cosmica, o come uno preferisce chiamarlo o se sente persino il bisogno di credere in qualsiasi divinità, ami tutti quanti incondizionatamente, nessuno escluso: ama chi crede e chi non crede, chi è bianco, giallo, nero o rosso, chi ama una persona del sesso opposto, chi ama invece una persona dello stesso sesso, chi si sente nato nel corpo sbagliato e sente di appartenere al sesso opposto diventando uomo o donna, ma in fondo ama semplicemente chi fa del bene nella propria vita e chi tratta le persone proprio come vorrebbe essere trattato dagli altri. Comprendo la vostra probabile difficoltà nel comprendere inizialmente il mio orientamento sessuale perché negli anni in cui siete nati e in cui avete ricevuto un’educazione, l’omosessualità era un tabù. Essere gay non è solo ed unicamente avere rapporti sessuali, non è uno stile di vita, non è una moda, non è una scelta né tanto meno una cosa passeggera. Essere gay significa semplicemente essere attratti dallo stesso sesso, niente di più, niente di meno. Conduco la stessa vita di qualsiasi altro essere umano, con le mie passioni, i miei talenti, i miei sogni e i miei progetti per il futuro. Quando ero piccolo pensavo e in qualche modo speravo nella mia ingenuità che l’essere attratto dai maschi sarebbe stata una cosa passeggera e che un giorno mi sarebbero piaciute le ragazze, ma dopo tanti anni sono più che certo che non sarà mai così perché non posso cambiare le mie tendenze sessuali. Viaggiando tanto e avendo conosciuto persone da tutto il mondo ho finalmente compreso che nella vita bisogna vivere e lasciar vivere, rispettarsi e rispettare gli altri, ma soprattutto essere me stesso senza che nessuno decida per me cosa è giusto e cos'è sbagliato. Ho finalmente capito che io conduco la mia esistenza solo ed unicamente perché io sia felice, quindi perché non posso essere chi sono per davvero, invece di soddisfare le aspettative di qualcuno nei miei confronti per il solo scopo di non deluderlo? Poter finalmente dire a me stesso e a voi chi sono realmente è un sollievo enorme, perché non dovrò più mentire e cercare scuse alle domande dei parenti e vostre su una fantomatica fidanzata che non c’è mai stata, non c’è e mai ci sarà. Quando l'estate scorsa, prima della maturità, ero agitatissimo e volevo vomitare, era perché avevo intenzione di parlarvi di tutto questo; non era del tutto ansia da esame. L'anno scorso però non avevo ancora la forza di affrontare l’argomento faccia a faccia e ho preferito essere lontano per dirvelo, perché so di persone che sono state cacciate di casa o picchiate per aver fatto coming out con i propri genitori. Oggi mi sento più forte e pronto e voglio quindi dirvi che sono gay e che questo non deve cambiare niente nel nostro rapporto, se non forse migliorarlo. Questa lettera è un gesto di amore da parte mia, un segno del fatto che ho ancora e sempre bisogno di rendervi partecipi della mia vita. Forse non è una cosa che comprenderete subito e forse vi richiederà del tempo per farci l'abitudine, ma è un processo necessario affinché io mi senta finalmente pienamente parte della famiglia, accettato e compreso. In casa non abbiamo mai parlato abbastanza dei nostri sentimenti, non abbiamo mai condiviso cose troppo personali ma ci siamo sempre abituati ai discorsi pratici e poco profondi delle faccende della vita quotidiana. Sento che è giunto il momento per essere più aperti, onesti e sinceri tra di noi e far si che la famiglia sia sempre un luogo in cui potersi confidare e aprire senza vergogne o pudori. Spererei infatti che, una volta apertomi a voi in completa onestà, il nostro rapporto sia un’occasione per condividere dubbi, incertezze e consigli di qualsiasi tipo. Chi solo autenticamente è ciò che mi rende felice; mi voglio bene, vi voglio tanto, tantissimo bene (e non ve lo dico mai abbastanza) e spero che voi mi vogliate lo stesso bene di prima sapendo tutto questo. Sono più che felice di rispondere alle vostre curiosità e alle vostre domande a riguardo, se avete cose che non comprendete: è una buona occasione per parlare con calma dei nostri sentimenti, per condividere esperienze di vita e per abbattere gli stereotipi che vengono associati all’omosessualità. Qualunque cosa accada e qualunque sia la vostra reazione nei miei confronti, voglio che sappiate che continuerò ad affrontare la vita con positività e coraggio come ho sempre fatto, sapendo che non ho più nessuna bugia e nessun segreto sulla coscienza e che ora sta a voi, prendermi o lasciarmi. Ora sono libero. Per sempre vostro,
Giacomo