LA CARRIERA ALIAS CONTRO BULLISMO E ABBANDONO
La carriera alias è già realtà in numerose scuole, attualmente ce ne risultano 160. Ricordiamo brevemente che si tratta della possibilità che gli istituti scolastici danno ai propri studenti di utilizzare all’interno della scuola il nome da loro scelto invece di quello anagrafico. Non si tratta affatto di una ‘adesione all’ideologia gender’ - ideologia presente solo nell’immaginario di un cattolicesimo oltranzista - bensì della scelta più che lecita, anzi doverosa, di rendere la scuola un luogo dove tutti, e anche i giovani transgender, possano trovarsi a proprio agio. La finalità è quella di evitare episodi di bullismo nei loro confronti e di prevenire il conseguente abbandono scolastico, che recenti studi stimano a 43% per gli studenti transgender tra i 12 e i 18 anni. Si tratta quindi di un dovere di solidarietà sociale e di una tutela dei diritti di tutti gli studenti, inclusi quelli che non si identificano con il genere anagrafico di appartenenza. Questi ragazzi e ragazze esistono e noi lo sappiamo bene perché sono nostri figli e conosciamo la loro sofferenza in un ambiente che li discrimina o ancor peggio nega la loro stessa esistenza. Il fatto che esistano è confermato, se anche ce ne fosse bisogno, dall’Istituto Superiore di Sanità che stima tra 0,5-1,3% la percentuale di persone transgender e considera ‘naturali’ tutte le identità di genere, termine che indica ‘come una persona si definisce rispetto al genere a cui si sente di appartenere’. Queste identità, negate in passato, emergono oggi con minore difficoltà e tante sofferenze possono venire evitate. Quanto alla libertà educativa delle famiglie, non riteniamo che possa essere messa in dubbio nelle scuole che adottano la ‘carriera alias’, a meno che si intenda libertà di discriminare. L’educazione poi riguarda scelte e valori e non certamente l’identità delle persone. Di recente la Fondazione Veronesi ha ricordato in un convegno: ‘Oggi vigono ancora diseguaglianze e discriminazioni sessuali e di genere, che ledono alla base la dignità della persone e il rispetto e la valorizzazione delle diversità’. Non adottare la carriera alias perpetua la situazione descritta da Fondazione Veronesi, e per questo Agedo è attiva perché tutte le scuole attuino questa forma di tutela, per una società inclusiva e rispettosa dei diritti di tutti.
Fiorenzo Gimelli, Presidente di AGeDO Nazionale