LETTERA APERTA ALL’ AGESC
Posizione di Agedo in risposta a AGESC su DDL ZAN.
LETTERA APERTA ALL’ AGESC in risposta alla loro posizione espressa nell’articolo apparso su Avvenire il 23/4/2021 dall titolo: “Con la legge Zan l’identità di genere può diventare un dogma. Anche per le scuole”
Cari colleghi dell’AGESC, associazione dei genitori cattolici delle scuole paritarie, abbiamo letto ieri su Avvenire la vostra presa di posizione sul DDL Zan e sinceramente ci ha meravigliato conoscendovi ormai da molti anni come componente insieme a noi del Forum Nazionale dei genitori della Scuola. Ci era sembrato che il vostro interesse si limitasse alla richiesta di finanziamenti alle scuole cattoliche invece va ben oltre, solo che in questo caso ci sembra che l’argomento scelto non lo padroneggiate molto bene.
Il richiamo al “benaltrismo” non poteva mancare ma vi ricordiamo che spesso è usato da chi non ha argomenti e vuol far credere che un parlamento come quello italiano con 1000 deputati e senatori non possa affrontare più di una questione per volta.
Per voi questa legge non è urgente, mentre per noi, genitori di ragazze e ragazzi LGBT+, è estremamente necessaria perché siamo stanchi di vedere le nostre figlie e i nostri figli, vittime di offese, bullismo, derisioni, violenza fisica per quello che sono, non per quello che “scelgono”, e siamo profondamente stupiti che non sentiate anche voi, provenendo dall’associazionismo cattolico, l’urgenza di una legge che parla di contrasto all’odio, di rispetto, di uguaglianza di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Di cosa avete paura? Che tutti possano godere di sicurezza, amore e felicità? Dite che le norme vigenti sono già sufficienti ma noi vogliamo spiegare chiaramente di cosa si tratta una volta per tutte.
Oggi la normativa penale prevede sanzioni specifiche nei confronti di chi “istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”. Si tratta dei cosiddetti reati d’odio. Il DDL prevede l’estensione delle aggravanti anche ai reati “fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità “.
Non è vero, quindi, che il quadro normativo vigente è già in grado di sanzionare chiunque offenda o leda in qualsiasi modo qualunque cittadino! Il vuoto legislativo è talmente profondo che non esiste neppure il modo di denunciare i crimini d’odio di questa matrice in quanto tali mancando il reato specifico. Di cosa state parlando? Avete idea di quanti reati non vengono riconosciuti come crimini d’odio?
E’ facile dire che la legge “è scritta male, in modo pasticciato, ideologico, confuso, e rischia di creare più problemi di quanti ne possa risolvere”. Questo è gettare discredito per affossare quello che non piace dopo 2 anni di dibattito molto intenso tutti hanno potuto portare il loro contributo positivo.
La libertà di parola e di espressione del pensiero non è illimitata e ci deve essere un bilanciamento con altri diritti di rango uguale se non superiore, quali il rispetto delle persone e della loro identità, dignità e personalità e questo vale per tutti. Che questa legge voglia chiudere la bocca a chi la pensa diversamente ed in particolare alle gerarchie della Chiesa Cattolica nel nostro paese, come paventano alcuni, è quantomeno esilarante. State tranquilli che a noi è molto cara la libertà di espressione che difendiamo per noi e per gli altri e qui non si tratta di questo.
Non siamo nel campo delle opinioni a confronto, si tratta della tutela del benessere delle persone e non di un dibattito accademico.
Altra osservazione è relativa alla supposta vaghezza dei termini citati, in particolare l’identità di genere quando anche l’Ist. Superiore di Sanità ci spiega che essa fa riferimento “a come una persona si definisce rispetto al genere a cui sente di appartenere… tutte le identità di genere sono naturali (normali).”.
Il sesso biologico assegnato alla nascita è un dato certo e non si discute ma l’identità di genere é ben altro e si intende “l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione”. Nessuno vuole sostituire il sesso con l’identità di genere che sono due aspetti dell’identità sessuale delle persone correlati ma distinti, come qualsiasi testo scientifico può confermarvi.
Se volete mettere in discussione l’esistenza delle persone transgender, con il loro vissuto, i loro bisogni e il loro diritto all’autodeterminazione, all’autoaffermazione e a una esistenza con pari diritti, dignità e riconoscimento rispetto agli altri, questo cozza con tutte le evidenze scientifiche recenti nonché contro le elementari necessità che ha ogni persona di poter vivere per quello che é, non in base a quello che gli altri desiderano.
Quanto al “dogma” gender capiamo l’uso del termine visto il contesto culturale da cui proviene ma ci sembra un’affermazione sciocca. Non abbiamo dogmi da imporre ad altri, non vogliamo dare lezioni a nessuno o impedire a qualcuno di pensarla diversamente, ma cerchiamo di unire i bisogni e il diritto a star bene di tutte le persone supportati da quanto oggi è noto in ambito scientifico.
Naturalmente non manca da parte vostra un richiamo alla “famiglia – che- è tale solo se fondata su una coppia formata da una donna e un uomo”. Su questo non ci trovate assolutamente d’accordo anche perché cozza con l’evidenza che ognuno ha basta che si guardi intorno tanto che oltre la metà degli adolescenti oggi non vive nella tipologia di famiglia da voi indicata come esclusiva.
E poi tirate in ballo Malika, descritto come un caso drammatico, ma che ci vuoi fare! I genitori sono musulmani!!! Ma vi rendete conto quale bestialità state dicendo? Siccome la famiglia ha un’altra cultura e religione con questo si giustifica quello che è successo a questa ragazza? Dobbiamo ricordarvi sommessamente il Catechismo della Chiesa Cattolica recita “...gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati. Sono contrari alla legge naturale. … Le persone omosessuali sono chiamate alla castità.”. Questo a proposito di chi nel nostro paese e non solo contribuisce ad una idea per cui le persone LGBT+ siano fuori della norma e alimenta stereotipi e pregiudizi, qualora ve ne foste dimenticati.
Tutto questo però é estraneo alla legge in via di approvazione IL DDL Zan prevede esplicitamente che il reato di propaganda di idee fondate sull’odio etnico e razziale non verrà esteso all’orientamento sessuale e all’identità di genere, alla misoginia e all’abilismo. Interviene solo "… sulla condotta istigatoria che è quella suscettibile di determinare il “concreto pericolo” del compimento di quegli atti. … non ogni opinione sarà oggetto della norma penale”. Su questo si sono già autorevolmente espresse sia la Corte Costituzione che quella di Cassazione “non è … il pensiero ad essere giudicato, ma la sua offensività al … rispetto della reputazione e dell’onore, quali diritti della personalità di pari rango – per il tramite dell’articolo 2 della Costituzione – rispetto alla libertà di manifestazione del pensiero e dunque suscettibili di configurare un limite alla medesima …”
Infine spiegateci perché siete così ossessionati dalla eventualità che le scuole possano (non debbano) in occasione della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia organizzare iniziative al “fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, in attuazione dei princìpi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione”?
Vi spaventa che finalmente le scuole possano fare informazione su questi temi a giovani e docenti? O che si cerchi di aiutare ragazze e ragazzi a crescere serenamente ed in pace tra loro conoscendo meglio lo sviluppo della persona umana? Sicuramente sì e lo vediamo nei tentativi continui che voi ed altri escogitate per impedire alla scuola di crescere ed aggiornarsi allineandosi ai Paesi avanzati.
Perché avere paura che i giovani e le giovani imparino che siamo tutti uguali, meritiamo tutti dignità e tutte e tutti abbiamo il diritto di vivere sicuri alla luce del sole, essere felici e amare così come la natura ha stabilito che ognuno di noi ami?
Questa ci sembra una risposta adeguata a quanti pensano che il livello penale non sia sufficiente per ridurre i reati d’odio ma che sia necessario incidere sul piano culturale. Noi ne siamo pienamente consapevoli e per tale motivo abbiamo salutato con piacere che si intervenga sul piano della prevenzione ma anche questo evidentemente non va bene. Usando un linguaggio di altri tempi, né prevenire né reprimere.
Scusate ma la contraddizione ci sembra troppo forte e su questo piano non riusciamo a seguirvi.
Con cordialità vi ricordiamo un nostro motto di cui siamo particolarmente orgogliosi “Etero o gay sono tutti figli miei”.
Torino 24/04/2021