CEI: «Omofobia, non serve una legge».
LA PRESIDENZA DELLA CONFERENZA EPISCOPALE TEME IL REATO D'OPINIONE, CHE INVECE NON CI SARÀ
Zan: «Critiche a un testo su cui stiamo ancora lavorando»
Dopo l’intervento di ieri del vescovo di Ventimiglia-Sanremo, Antonio Suetta, arriva l’altolà della della presidenza della CEI alla legge contro l’omotransfobia.
Secondo la CEI esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio.
A stretto giro di posta è arrivata la replica di Alessandro Zan, relatore della legge, che ha detto: «Sorprendono le critiche della Presidenza CEI alla legge contro l’omotransfobia, il cui testo unificato ancora non è stato depositato e su cui stiamo ancora lavorando. Lo ripeto per l’ennesima volta a scanso di fraintendimenti: Non verrà esteso all’orientamento sessuale e all’identità di genere il reato di “propaganda di idee” come oggi è previsto dall’art. 604 bis del codice penale per l’odio etnico e razziale. Dunque nessuna limitazione della libertà di espressione o censura o bavaglio come ho sentito dire in questi giorni a sproposito.
Il testo base contro l’omotransfobia che tra pochi giorni verrà adottato in Commissione Giustizia della Camera interviene sui reati di istigazione a commettere atti discriminatori o violenti e sul compimento di quei medesimi atti per condotte motivate dal genere, dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere. Ed estende ai reati comuni commessi per le stesse ragioni l’aggravante prevista dall’articolo 604-ter. Nulla di più, ma neanche nulla di meno. Stiamo parlando infatti di vittime vulnerabili e che proprio per questo necessitano di una tutela rafforzata. Stiamo parlando di storie di ragazzi che vengono picchiati per strada solo perché si tengono per mano o che vengono aggrediti, bullizzati e uccisi solo per il loro orientamento sessuale o la propria identità di genere. Non si tratta dunque di una legge contro la libertà di opinione, ma di una legge che protegge la dignità delle persone.
La mancanza di una legge contro l’omotransfobia in Italia ci colloca agli ultimi posti in Europa per accettazione sociale delle persone Lgbt+. Questo stato delle cose non è più accettabile per un paese civile. Il faro delle nostre riflessioni sono le parole del presidente Mattarella secondo cui ogni discriminazione motivata dall’orientamento sessuale oltre a ledere i diritti umani, viola il principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione. Non c’è più tempo».
Dal sito http://www.gaynews.it