Ora mi viene spontanea questa riflessione: mio figlio, intorno al quale mio marito ed io avevamo creato un ambiente favorevole al coming out, pur consapevole della nostra disponibilità, aveva comunque una sorta di timore ad “uscire fuori” e allora cerco di immaginare la profonda sofferenza di tante persone lgbt che ancora oggigiorno devono vivere nel nascondimento, sapendo che la loro diversità non verrà vista dai loro cari come una ricchezza ma come una colpa, una vergogna e un abominio. Tanti ragazzi/e lgbt hanno genitori i quali, ottenebrati da stereotipi e pregiudizi, non capiscono che la più grossa sofferenza per i loro figli è proprio il rifiuto di chi dovrebbe stare loro vicino sostenendoli ed aiutandoli nel loro percorso di crescita sentimentale e sessuale, genitori che al coming out dei loro figli oppongono rifiuto, ricatti e silenzi. Consapevole del fatto che, anche se tanti passi in avanti sono stati fatti, la nostra società è ancora profondamente omofoba e transfobica, ho una speranza per il prossimo futuro: che almeno nelle famiglie avvenga quel cambiamento che le porti ad essere veramente accoglienti ed amorevoli verso i loro figli lgbt creando un clima positivo che possa aiutare soprattutto i più giovani alla costruzione della propria identità e orientamento sentimentale-sessuale. 

Barbara