Una scuola che ottemperi al mandato che la legge 107 al comma 16 le affida: “omissis… l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni”.
Per fare questo bisogna difendere con determinazione l’autonomia scolastica e lasciare che le famiglie svolgano il proprio ruolo in maniera costruttiva e collaborativa senza per questo invadere il campo delle scelte didattiche; la nostra azione non sarà quindi mai finalizzata al controllo delle attività scolastiche e didattiche ma alla promozione di momenti di confronto e crescita.
Il nostro lavoro quotidiano e il nostro contributo ai tavoli istituzionali è pertanto portato avanti su queste basi per noi chiare e imprescindibili.
In questo periodo di pandemia in cui le diseguaglianze sociali si sono acuite è fondamentale non trascurare gli aspetti socio - relazionali che si sviluppano nell’ambito scolastico.
Ѐ quanto mai urgente quindi prestare particolare attenzione alla dimensione sociale dei ragazzi e delle ragazze, rilevando ogni possibile situazione di disagio, di bullismo, di discriminazione. Bisogna mettere in campo interventi utili per contrastare questi fenomeni, promuovendo iniziative culturali e di formazione che mirino a rimuovere le dinamiche e le motivazioni che stanno a monte di discriminazioni e bullismo.
La scuola deve dare la possibilità a tutte/i gli studenti di raccontare liberamente la loro storia e di poter crescere attraverso il confronto e l’approfondimento di temi che riguardano anche la sfera più intima e personale.
Nel caso del liceo romano entrato nella cronaca non si tratta di difendere o meno l’interruzione volontaria di gravidanza, ne’ di distorcere la storia dei Balcani negli anni del fascismo o di proporre riflessioni “sconvolgenti” sull’identità di genere, ma di fornire alle/agli studenti che esprimevano un bisogno conoscitivo elementi oggettivi che riguardano una legge dello Stato, la storia del proprio continente o un tema comune a molti adolescenti nel periodo di costruzione della propria persona. Non dare la possibilità di fare questo con motivazioni pretestuose vuol dire applicare una censura e questo nelle scuole di un Paese laico e democratico non è accettabile.
Inoltre la richiesta del contradditorio è preoccupante ed insostenibile quando si affrontano temi che prevederebbero la presenza di persone che difendono e promuovono il fascismo, l’omofobia o il razzismo.
Con questa nota ci rivolgiamo a tutti/e coloro che lavorano nel mondo della scuola (insegnanti, presidi, collaboratori), al Ministro dell’Istruzione, ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali per garantire il nostro costante contributo e la nostra attenta e leale collaborazione.
Crediamo che un Paese possa realmente dirsi “civile, laico e democratico” solo attraverso il rafforzamento di una scuola pubblica inclusiva, autonoma in cui trovino spazio progetti e momenti di riflessione che promuovano e sostengano l’educazione alle differenze, l’inclusione e il rispetto di tutte le realtà sociali e familiari che abitano le nostre scuole.


AGEDO – Associazione di Genitori, parenti e amici di persone LGBT+
CGD - Coordinamento Genitori Democratici
Famiglie Arcobaleno - Associazione Genitori Omosessuali
Associazione Famiglie Arcobaleno